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La provocazione

Teatro choc, Is e decapitazione per lanciare campagna abbonamenti

Il direttore del teatro dell'Orologio si scusa: "Volevamo capovolgere il sentimento di paura e terrore"

Teatro choc, Is e decapitazione per lanciare campagna abbonamenti
13 giugno 2015 | 12.58
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"Mi scuso con chi si è sentito offeso dall'immagine scelta per la campagna abbonamenti". Fabio Morgan, direttore artistico del teatro dell'Orologio, fa mea culpa dopo la discutibile immagine scelta per il lancio della campagna abbonamenti. Per invitare il pubblico in sala, il teatro ha puntato sullo slogan 'Sarà una stagione da perderci la testa'. Discutibile, però, l'immagine: un militante dell'Is si appresta a sgozzare il direttore artistico, nell'occasione trasformato in un prigioniero sorridente con tanto di tuta arancione. "Perdi la testa insieme a noi! Il Teatro dell'Orologio si prepara per la nuova stagione e sceglie di farlo SENZA PAURA, ricordandoci che, come ci ha insegnato Charlie Hebdo, non c'è miglior modo per affrontare la paura che quello di trasformarla in altro", il messaggio inizialmente pubblicato su Facebook.

Sempre sul social network sono arrivate le scuse di Morgan. "Abbiamo creato questa immagine per la campagna abbonamenti del nostro teatro perché pensiamo che il teatro debba essere una cassa di risonanza di tutte le tensioni, le passioni, le contraddizioni, le paure della quotidianità. Quando il teatro riesce a rappresentare tutto ciò raggiunge il suo scopo", afferma il direttore artistico.

"L'immagine che abbiamo scelto voleva essere un'immagine positiva, un'immagine che attraverso la creatività riuscisse a capovolgere un sentimento di paura e terrore, su un argomento, che molto spesso, viene affrontato solo in modo demagogico e strumentale. Il sorriso del condannato, il mio, è un sorriso liberatorio e satirico che vuole andare oltre le nostre paure attraverso la cultura, l'ironia, attraverso il teatro!", prosegue.

"Ci tengo però a ricordare che il nostro teatro presenta una stagione con più di 30 compagnie teatrali, per la maggior parte costituite da giovani autori, registi e attori, che mettono tutta la loro passione per cercare di realizzare spettacoli di grande qualità; ciò che non mi perdonerei è se a farne le spese fossero gli artisti che con grande generosità aderiscono al nostro progetto culturale", conclude.

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