Ucraina, Usa: "Kiev può attaccare Russia in profondità, non esistono santuari"

Zelensky propone scudo per proteggere tutti i Paesi vicini: "Unità europea e coordinamento arma numero 1 contro Mosca". Tusk: "Questa guerra è anche nostra". Medvedev: "Europa non può permettersela"

Kiev (Afp)
Kiev (Afp)
29 settembre 2025 | 09.25
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Per il presidente americano Donald Trump ''non ci sono santuari'' e le forze armate ucraine possono condurre attacchi in Russia ''in profondità''. Lo ha dichiarato l'inviato speciale degli Stati Uniti in Ucraina Keith Kellogg in un'intervista a Fox News. ''Bisogna usare la capacità di colpire in profondità, non esistono santuari", ha detto Kellogg a proposito della posizione di Trump. La decisione finale sul fatto che l'Ucraina possa condurre attacchi a lungo raggio all'interno della Russia spetta a Trump, caso per caso, ha precisato Kellogg.

La scorsa settimana il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, durante un incontro a margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, ha chiesto a Trump di fornire a Kiev missili da crociera a lungo raggio Tomahawk. Gli Stati Uniti stanno "valutando" la possibilità di fornire missili Tomahawk a Kiev, mentre Mosca continua a rifiutare i colloqui di pace bilaterali e trilaterali mediati da Trump, ha confermato ieri il vicepresidente americano JD Vance.

Zelensky propone scudo per proteggere tutti i Paesi vicini

Il Presidente ucraino propone lo sviluppo congiunto di uno scudo "affidabile contro le minacce aeree russe" in grado di proteggere l'Ucraina, la Polonia, e tutti gli altri Paesi partner nella regione. Nel suo intervento alla conferenza sulla sicurezza a Varsavia, Zelensky ha denunciato che "la guerra ha già raggiunto troppi Paesi". "La Russia sta testando quanto può spingersi lontano. Vuole spostare l'attenzione dalla guerra brutale che continua a portare avanti contro l'Ucraina. Quasi tutte le minacce alla sicurezza in Europa oggi arrivano dalle azioni distruttive della Russia", ha aggiunto rivendicando la capacità dell'Ucraina di contrastare tutti i modelli di droni e missili russi.

"Possiamo agire insieme nella regione, abbiamo abbastanza armi e capacità di produzione". Se la Russia perde la sua capacità di raid aerei, "il corso della guerra sarà cambiato in modo fondamentale. Senza il potere di colpire dal cielo, la Russia non sarà più in grado di sostenere la sua aggressione e sarà costretta a trovare altri modi di coesistenza", ha concluso.

Per Zelensky è l'unità europea "l'arma numero 1" contro la Russia, insieme al coordinamento tra Kiev e i diversi Paesi che sostengono l'Ucraina. In un post su X scrive: "L'arma numero uno che qualsiasi aggressore teme davvero, in questo caso, la Russia e Putin, è l'unità. Questa è la nostra arma più potente". Il presidente ucraino rivendica come, "anche se hanno cercato di usare alcuni rappresentanti, persino nel continente europeo, per creare una frattura, per minare l'unità europea e persino dividere l'Ue stessa, la Russia non è riuscita a dividere la maggior parte dei Paesi. Ecco perché siamo forti, ed è per questo che l'Ucraina ha così tanto sostegno".

"La seconda cosa di cui abbiamo bisogno ora è il coordinamento", continua Zelensky, che ricorda quanto successo tre settimane fa, con l'intrusione dei droni russi nello spazio aereo polacco. "Quella notte, secondo i nostri dati, 92 droni hanno volato verso la Polonia, in quella direzione, non posso dire che quei droni fossero tutti destinati a entrare in territorio polacco, ma erano diretti in quella direzione - afferma - La nostra Aeronautica militare ha abbattuto tutto ciò che ha potuto, e questo è un dato di fatto. E sapete che 19 sono riusciti a penetrare nello spazio aereo polacco. Se avessimo agito in modo più coordinato, credo che avremmo ottenuto un risultato ancora migliore".

Cremlino: "Da Kiev nessun segnale su disponibilità ripresa negoziati"

Il portavoce presidenziale russo Dmitrij Peskov a Ria Novosti ha dichiarato che non ci sono ancora segnali dall'Ucraina circa una possibile ripresa dei negoziati bilaterali. "Finora non ci sono stati segnali da Kiev", ha detto Peskov in conferenza stampa, aggiungendo che l'Ucraina non ha ancora risposto alla proposta della Russia di creare tre gruppi di lavoro.

Il terzo round di colloqui tra le delegazioni russa e ucraina si è svolto a Istanbul il 23 luglio. Le delegazioni hanno concordato di proseguire a tempo indeterminato gli scambi di militari gravemente feriti e malati. Mosca ha inoltre proposto la costituzione di gruppi di lavoro su questioni politiche, umanitarie e militari, che opererebbero online.

Come ha osservato il capo della delegazione russa, l'assistente presidenziale Vladimir Medinsky, la parte ucraina ha deciso di prendere in considerazione questa iniziativa. Tuttavia, a settembre, la Russia ha rilevato una pausa nel processo negoziale. Secondo Peskov, la posizione passiva di Kiev potrebbe essere un tentativo di dimostrare agli sponsor e ai supervisori occidentali la sua capacità di continuare la guerra.

Tusk: "Questa guerra è anche nostra"

"La guerra in Ucraina è anche la nostra guerra, che ci piaccia o meno", ha affermato il premier polacco Donald Tusk, sollecitando l'Occidente a unirsi nel suo sostegno a Kiev, nel suo intervento all'apertura di una conferenza di due giorni dedicata alla sicurezza europea e globale a cui partecipano esponenti di 80 Paesi diversi. "Perché il conflitto in Ucraina è solo parte di questo orribile progetto, un progetto che ogni tanto ricompare nel mondo che ha sempre lo stesso obiettivo: schiavizzare Paesi, sottrarre la libertà alle persone, far trionfare autoritarismo, dispotismo, crudeltà e assenza di diritti umani", ha detto Tusk.

Medvedev: "Europa non può permettersi una guerra, è divisa"

Secondo il vice presidente del Consiglio di Sicurezza russo, Dmitry Medvedev, i Paesi europei "non possono permettersi una guerra" con Mosca, "sono vulnerabili e non sono uniti", e in un conflitto del genere ci sarebbe un "rischio molto concreto" di impiego di "armi di distruzione di massa".

"Nei Paesi europei si annuncia da tutte le parti che ci sarà una guerra con la Russia nei prossimi cinque anni. Non dovrebbe accadere", ha affermato, sostenendo che un conflitto del genere "andrebbe contro gli interessi" della Russia, che "in linea di principio non ha bisogno di una guerra con nessuno" e "neanche" con "la vecchia Europa". "Non c'è nulla da guadagnare. L'economia dell'Europa è debole e dipende dagli Stati Uniti - ha proseguito in un lungo messaggio su Telegram, parlando anche di declino culturale - L'Europa sta perdendo la sua identità, si sta dissolvendo tra migranti aggressivi".

Russia rivendica il controllo di un'altra località nel Donetsk

Sul fronte della cronaca, la Russia ha rivendicato il controllo di un'altra località nel Donetsk, nell'est dell'Ucraina. Le forze russe hanno preso il controllo di Shandryholove, fanno sapere dal ministero della Difesa di Mosca, come riportano i media russi.

Putin ordina coscrizione obbligatoria per 135mila russi tra ottobre e dicembre

Dal primo ottobre al 31 dicembre, 135.000 persone di età compresa tra 18 e 30 anni saranno chiamate al servizio militare in Russia. Il presidente Vladimir Putin ha firmato un decreto sulla coscrizione dei cittadini per il servizio militare da ottobre a dicembre 2025. Come annunciato giorni fa da Vladimir Tsimlyansky, vice capo della Direzione Generale per l'Organizzazione e la Mobilitazione dello Stato Maggiore delle Forze Armate Russe, la leva obbligatoria autunnale non è collegata all'Operazione Militare Speciale e le reclute presteranno servizio solo all'interno della Federazione Russa.

Putin firma decreto per ritiro da Convenzione contro la tortura

Putin ha firmato anche un decreto per il ritiro della Russia dalla Convenzione europea contro la tortura. La Russia aveva aderito alla Convenzione, e ai due protocolli allegati in seguito, nel febbraio del 1996. Il presidente della Duma, Vyacheslav Volodin, aveva denunciato che il contributo della Russia nella Commissione contro la tortura "è stato bloccato dal Consiglio d'Europa, che dal dicembre del 2023 non consente l'elezione di un nuovo membro della Commissione". Mosca denuncia "circostanze discriminatorie" nel suo diritto a essere rappresentata nel meccanismo di monitoraggio per l'attuazione degli obblighi internazionali sulla tortura. Il Consiglio d'Europa ha sospeso l'adesione della Russia subito dopo l'inizio dell'invasione dell'Ucraina.

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