Trump firma la legge, finisce lo shutdown più lungo della storia

Dopo 43 giorni, con il voto favorevole della Camera dei Rappresentanti sul pacchetto già approvato dal Senato. Il presidente Usa: "Non si ripeta più"

Trump mostra il pacchetto di leggi firmate per riaprire il governo federale  - (Afp)
Trump mostra il pacchetto di leggi firmate per riaprire il governo federale - (Afp)
13 novembre 2025 | 07.45
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Dopo il voto favorevole della Camera dei Rappresentanti sul pacchetto già approvato dal Senato, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato la legge che pone fine al più lungo shutdown mai sperimentato dagli Stati Uniti: 43 giorni. "Oggi stiamo inviando un chiaro messaggio, che non cederemo mai al ricatto", ha detto Trump alludendo ai suoi avversari democratici, prima di firmare il testo tra gli applausi dei funzionari eletti repubblicani riuniti intorno a lui nello Studio Ovale.

“Questo non è il modo di governare un Paese. Spero che siamo tutti d'accordo sul fatto che il governo non dovrebbe mai più essere chiuso”, ha detto Trump in una trasmissione in diretta. E ha promesso di approvare una legge per porre fine alla possibilità dei politici di ricorrere all'ostruzionismo e ha detto che il governo federale “riprenderà ora le normali operazioni”.

Il voto alla Camera dei Rappresentanti ha fatto registrare 222 sì - tra loro quelli di sei deputati Democratici - e 209 no, compresi quelli di due Repubblicani.

Cosa succede ora

Con la firma di Trump della legge che garantisce il finanziamento del governo federale fino al 30 gennaio del prossimo anno, da oggi torneranno al lavoro i 670mila dipendenti federali che dal primo ottobre scorso erano sospesi senza stipendio, a differenza di altri 730mila che invece hanno continuato a lavorare senza paga.

Secondo il Washington Post, già ieri pomeriggio diversi dipartimenti hanno avvisato i propri dipendenti di tenersi pronti a tornare al lavoro, visto che la firma del presidente era prevista in serata. Non è ancora chiaro quando verranno versati gli stipendi che sono stati sospesi durante lo shutdown, come garantito dall'accordo tra i repubblicani e gli otto senatori dem che hanno dato, disobbedendo alle indicazioni dei leader dem, i voti cruciali per l'approvazione della misura che ha permesso la riapertura del governo.

Nelle scorse settimane l'amministrazione Trump aveva minacciato di non pagare gli stipendi ai lavoratori che sono stati in "furlough", la sospensione dal lavoro, nonostante una legge del 2019 che garantisce che questi vengano pagati. L'accordo ha anche stabilito che vengano reintegrati i 4mila dipendenti di diversi dipartimenti che sono stati licenziati come Trump e il direttore del budget della Casa Bianca, Russell Vought, avevano minacciato sin dall'inizio dello shutdown. Ora i dipartimenti dovranno richiamare i licenziati entro cinque giorni dalla firma della 'stopgag measure', come viene chiamata la legge di spesa ponte che vieta inoltre altri licenziamenti di massa fino a gennaio.

La fine dello shutdown non riporterà immediatamente la normalità negli aeroporti americani, precipitati nel caos da quando la scorsa settimana l'amministrazione Trump ha imposto un piano per la riduzione progressiva del 10%dei voli, sostenendo che fosse una mossa necessaria per assicurare la sicurezza dei cieli di fronte alle assenze dei controllori del traffico aereo, chiamati a lavorare senza paga.

La situazione negli aeroporti

Secondo gli esperti, ci vorrà del tempo prima che si possa tornare alla normale operatività delle compagnie aeree, che secondo il piano dovrebbero arrivare oggi ad una riduzione dell'8% e domani del 10%. Le autorità federali e le compagnie aeree cercheranno di ristabilire il quanto più possibile il traffico aereo regolare in vista delle vacanze del Ringraziamento a fine mese, quando si prevede che viaggeranno 31 milioni di americani.

I food stamp

C'è poi la questione dei food stamp, i buoni alimentari che vengono distribuiti a 42 milioni di americani a basso reddito e a rischio di insicurezza alimentare. Con uno strappo rispetto ai passati shutdown, quando il pagamento dei food stamp è stato garantito per evitare di mettere a rischio la sussistenza di milioni di americani, l'amministrazione Trump ha sostenuto di non poter pagare con i fondi di emergenza, usati per pagare i militari, i food stamp, avviando una battaglia legale, che Trump, di fronte a diverse sentenze a lui contrarie, ha portato fino alla Corte Suprema. Con la riapertura del governo, i food stamp dovranno essere distribuiti, e la legge firmata da Trump assicura i finanziamenti per il programma fino al prossimo settembre.

I sussidi federali

Nell'accordo raggiunto tra i repubblicani e il piccolo gruppo di dem invece non è stata inserita l'estensione dei sussidi federali per l'Obamacare che scadranno il 31 dicembre, estensione che era la principale richiesta della leadership democratica che in queste settimane ha continuato a ripetere di battersi per evitare una crisi sanitaria nel Paese, con milioni di americani che non potranno più permettersi l'assistenza sanitaria con assicurazioni che il prossimo anno aumenteranno del 30%.

L'accordo contiene un vago impegno da parte della leadership del Senato di permettere una votazione sulla questione prima della fine dell'anno. Secondo Politico, la Casa Bianca avrebbe già avviato dei colloqui interni all'amministrazione per vedere come affrontare al questione della scadenza dei sussidi e del rischio dell'aumento della spesa sanitaria, nell'ambito della strategia di Trump di non lasciare all'opposizione democratica l'iniziativa politica sul fronte della lotta al carovita che nella tornata elettorale delle scorse settimane segnata da vittorie dem è apparso cruciale per gli elettori americani.

"Gli occhi di tutti sono rivolti a midterm", spiegano fonti riferendosi alle elezioni per il Congresso del prossimo anno.

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