
"Basiamo le nostre decisioni unicamente sul lavoro e la volontà di Alfred Nobel". Casa Bianca: "Comitato ha dimostrato di anteporre la politica alla pace". Netanyahu: "Trump merita il Premio"
"Basiamo le nostre decisioni unicamente sul lavoro e la volontà di Alfred Nobel". Così il presidente del Comitato del Nobel per la Pace, Jorgen Watne Frydnes, ha risposto alla domanda di un giornalista sulle richieste avanzate da Donald Trump negli ultimi mesi per ottenere il prestigioso riconoscimento che oggi è stato assegnato a Maria Corina Machado, leader dell'opposizione venezuelana.
"Nella lunga storia del premio Nobel per la Pace, credo che questo Comitato abbia visto ogni tipo di campagna, di tensione mediatica", ha aggiunto. "Riceviamo migliaia e migliaia di lettere ogni anno di gente che ci vuole dire che cosa secondo loro porta alla pace. Questo comitato siede e prende la sua decisione in una stanza piena di coraggio e integrità", ha sottolineato ancora il presidente del Comitato.
"Il Comitato per il Nobel ha dimostrato che antepongono la politica alla pace", ha scritto in un post su X Steven Cheung, portavoce della Casa Bianca, dopo l'assegnazione del Nobel a Machado.
Critiche anche dal premier israeliano Benjamin Netanyahu. "Il Comitato per il Nobel parla di pace, il presidente Donald Trump la rende possibile. I fatti parlano da soli. Il presidente Trump" merita il Premio, si legge in un post su X dell'ufficio del premier, che attende l'arrivo di Trump in Israele e nel frattempo rilancia il post di Cheung.
Si susseguono le reazioni. "Sebbene il Comitato norvegese per il Nobel abbia scelto un destinatario diverso quest'anno, la verità resta innegabile: nessun leader o organizzazione ha fatto di più per la pace nel mondo del presidente Donald J. Trump". E' quanto si legge in una nota diffusa dall'Hostages and Missing Families Forum dopo l'annuncio dell'assegnazione del Premio Nobel per la Pace a Maria Corina Machado. "Il presidente Trump sta lavorando instancabilmente in questo preciso momento per garantire la liberazione di tutti i nostri cari, vivi e deceduti", prosegue la nota diffusa dalle famiglie degli ostaggi.
"I risultati senza precedenti ottenuti dal Presidente Trump nel processo di pacificazione nell'ultimo anno parlano da soli, e nessun premio, o assenza di premio, può sminuire il profondo impatto che ha avuto sulle nostre famiglie e sulla pace globale. Il suo impegno nel riportare a casa ogni singolo ostaggio e porre fine a questa guerra non dipende da premi o riconoscimenti'', prosegue il Forum. ''Continueremo a sostenere il presidente Trump nel suo impegno per portare a termine questa missione e la storia ricorderà i suoi successi come i contributi più significativi alla pace mondiale del nostro tempo", conclude la nota.
"La decisione è stata presa prima dell'annuncio del cessate del fuoco. Machado è una donna coraggiosa, che si è battuta per la libertà e la democrazia nel suo Paese, quindi credo sia giusto averle concesso il premio Nobel...", ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani commentando a margine di una iniziativa di Forza Italia a Roma l'assegnazione del premio Nobel per la Pace a Machado.
Trump merita anche lui il premio? "Per quanto riguarda Trump - ha replicato Tajani - aver raggiunto un obiettivo che si era prefissato, ovvero il cessate il fuoco, quindi la fine della guerra dopo più di 700 giorni di combattimenti tra Israele e Hamas, la fine della sofferenza del popolo palestinese e degli ostaggi israeliani, è un fatto storico. Quindi, indipendentemente dai giudizi che si possono dare su Trump, il raggiungimento della tregua e ora mi auguro della pace. I titoli per avere la prossima volta il Nobel lui li ha, poi toccherà alla giuria decidere, ma è incontrovertibile il risultato che ha raggiunto, indipendentemente dal fatto di chi è di centro, di destra, di sinistra...".
La Lega ha depositato oggi alla Camera una mozione, a prima firma del capogruppo di Montecitorio, Riccardo Molinari, sottoscritta da tutti i deputati del partito guidato da Matteo Salvini, per "sostenere la candidatura del Presidente Donald J. Trump al Premio Nobel per la Pace 2026, quale riconoscimento del suo ruolo di mediazione e del contributo alla pacificazione in Medio Oriente, condizionando tale sostegno al concreto svolgimento e alla realizzazione del piano di pace per Gaza".