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Israele-Hamas, ecco l'ultima bozza dell'accordo. Netanyahu: "Entreremo comunque a Rafah"

Per il premier israeliano è "estremamente bassa" la possibilità di un accordo con Hamas che porti alla liberazione degli ostaggi. Studenti palestinesi aggrediscono diplomatico tedesco vicino Ramallah

Macerie a Rafah, Gaza - Afp
Macerie a Rafah, Gaza - Afp
30 aprile 2024 | 08.27
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Prevede due fasi l'ultima bozza d'accordo tra Israele e Hamas sul tavolo dei negoziatori al Cairo. Lo scrive il Wall Street Journal citando funzionari egiziani, secondo i quali la proposta - che Israele ha contribuito a redigere ma che non ha ancora accettato - prevede nella prima fase il rilascio di almeno 20 ostaggi in tre settimane in cambio della liberazione di un numero imprecisato di prigionieri palestinesi. La durata della prima fase potrebbe essere prolungata di un giorno per ogni altro ostaggio liberato.

La seconda fase includerebbe un cessate il fuoco di 10 settimane durante le quali Hamas e Israele dovrebbero concordare un rilascio di altri ostaggi e una pausa nei combattimenti che potrebbe durare fino a un anno. Sebbene l'ala politica di Hamas abbia inizialmente risposto positivamente, il gruppo - sostengono le fonti egiziane - in seguito ha criticato l'assenza di riferimenti espliciti alla fine della guerra.

Netanyahu: "Entreremo a Rafah con o senza accordo, iniziata evacuazione"

Entreremo a Rafah con o senza accordo. Ad affermarlo il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, secondo quanto riportano i media locali". "L'idea che potremmo mettere fine alla guerra prima di raggiungere tutti i suoi obiettivi è fuori discussione - ha sottolineato - Entreremo a Rafah ed elimineremo i battaglioni di Hamas che si trovano lì, con o senza un accordo, per ottenere la vittoria totale".

Secondo Netanyahu è "estremamente bassa" la possibilità di un accordo con Hamas che porti alla liberazione degli ostaggi. "L'evacuazione della popolazione da Rafah è già iniziata" in vista dell'avvio dell'operazione militare che "avverrà presto" e che è sostenuta da "tutti i ministri" del governo, ha quindi dichiarato incontrando delegazioni dei familiari degli ostaggi tenuti a Gaza e dei parenti di soldati uccisi.

E' stata intanto annullata la riunione del gabinetto di guerra israeliano che avrebbe dovuto tenersi nelle prossime ore. Lo riferiscono i media israeliani. Annunciata una protesta davanti all'ufficio del premier israeliano dei parenti di ostaggi trattenuti nella Striscia dal 7 ottobre.

Media: "Possibile invasione Rafah entro 72 ore"

Il capo di Stato maggiore delle Forze di difesa israeliane (Idf), il tenente generale Herzi Halevi, avrebbe approvato i piani finali per un'azione militare nel sud di Gaza, a Rafah, e nei campi profughi del centro della Striscia si legge su timesofisrael.com. Nelle prossime 48-72 ore o ci sarà un accordo sugli ostaggi o l'inizio dell'invasione secondo il sito di notizie Ynet che non cita però alcuna fonte.

I carri armati israeliani sarebbero schierati al confine con Gaza e pronti a ricevere il via libera per iniziare la controversa offensiva, considerata da Israele come l'ultima spinta necessaria per sradicare le forze combattenti di Hamas dalla Striscia, nonostante gli avvertimenti di un disastro umanitario se i civili non saranno allontanati dal pericolo.

Il piano per Rafah

I piani tattici che entrano nel vivo dei combattimenti sono stati completati negli ultimi giorni, riferisce Ynet. Includono un'invasione graduale che può essere interrotta o ritardata in caso di progressi nei colloqui con gli ostaggi.

Fonte Hamas: "Proposta egiziana è la migliore degli ultimi mesi". Cosa prevede

La proposta egiziana per un cessate il fuoco a Gaza è la migliore presentata a Hamas degli ultimi mesi in quanto include concessioni da parti di Israele su diversi punti, ha sottolineato dal canto suo un dirigente dell'organizzazione palestinese in un'intervista al network Quds, ritenuto vicino a Hamas.

"Israele accetta il ritorno incondizionato degli sfollati e ha abbandonato l'idea che non torneranno", ha affermato il dirigente, riferendosi alla richiesta che ai palestinesi venga consentito di tornare nel nord della Striscia di Gaza. Il canale televisivo saudita Al Hadath ha riferito che la risposta di Hamas alla proposta di cessate il fuoco dovrebbe arrivare entro domani sera.

I negoziatori di Hamas starebbero preparando una risposta scritta. Intanto la delegazione di Hamas, in Egitto per i colloqui sul cessate il fuoco a Gaza, ha lasciato il Cairo secondo quanto annunciato dalla tv egiziana Al Qahera, la quale ha aggiunto che i rappresentanti del gruppo palestinese torneranno con una risposta sulle proposte ricevute.

 Israele però ha deciso di non inviare una propria delegazione al Cairo finché Hamas non avrà dato la sua risposta all'offerta di accordo sul tavolo, che prevede 40 giorni di cessate il fuoco ed il rilascio potenziale di migliaia di prigionieri palestinesi in cambio della liberazione di 33 ostaggi. Lo ha riferito una fonte diplomatica citata dai media israeliani, secondo cui il governo Netanyahu "aspetterà risposte" fino a mercoledì notte e "poi deciderà".

La dichiarazione della fonte sembra indicare una battuta d'arresto nei negoziati in quanto diversi media dello Stato ebraico ieri sera segnalavano che una delegazione israeliana fosse in procinto di recarsi oggi nella capitale egiziana per approfondire il negoziato. Secondo intanto la tv egiziana Al-Qahera, una delegazione di Hamas ha lasciato nelle scorse ore Il Cairo con la promessa di far ritorno con una risposta scritta alla proposta israeliana.

Gaza: 34.535 persone uccise e 77.704 ferite dal 7 ottobre

Gli ultimi attacchi di Israele portano il numero totale delle vittime dal 7 ottobre a 34.535 persone uccise e 77.704 ferite, con 8.000 persone ancora ritenute disperse. Lo rende noto il ministero della Sanità di Gaza, precisando che nell'ultimo giorno i raid dell'Idf nella Striscia hanno ucciso 47 persone e ne hanno ferite 61.

Studenti palestinesi aggrediscono diplomatico tedesco vicino Ramallah

Una folla di studenti palestinesi dell'Università di Birzeit, vicino Ramallah, ha intanto aggredito il rappresentante tedesco presso l'Autorità nazionale palestinese (Anp), Oliver Owcza. Secondo quanto riportano i media israeliani, gli animi si sono accesi subito dopo l'arrivo del diplomatico al Museo della Palestina, situato all'interno del campus universitario. Video che circolano online mostrano scene di caos, con gli studenti che urlano e inseguono il diplomatico, costringendolo subito a ripartire in auto. Prima però la vettura è stata vandalizzata. Uno specchietto è stato divelto e sembrerebbe che sia stata sottratta anche la targa.

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