Firenze 10/07/2014 - Previsto il rilascio di attestati di qualità ai professionisti iscritti ad associazioni che operano in conformità alla Legge 4/2013, tra cui anche Federprivacy, iscritta nell'elenco del Ministero dello Sviluppo Economico
Se fino a poco tempo fa vi erano una moltitudine di attività "ibride" che pur essendo largamente diffuse non erano però riconosciute dal nostro ordinamento giuridico, la riforma sulle professioni che è stata introdotta lo scorso anno, ha finalmente posto le basi affinchè i cittadini e le imprese possano godere di maggiore trasparenza quando si apprestano a intrattenere rapporti con professionisti che non appartengono a una categoria organizzata in ordini o collegi, come lo sono tipicamente avvocati, ingegneri, o commercialisti.
La legge n.4 del 2013, consente infatti a categorie come quelle dei tributaristi e degli amministratori di condominio di non essere più classificati come una "professione di serie B", ma di poter avere un' identità definita mediante l'adesione ad associazioni professionali tra i cui compiti rientrano quelli di stabilire l'aggiornamento professionale, la valorizzazione delle competenze degli associati e la vigilanza sul loro operato in base a codici deontologici e standard che le stesse associazioni devono stabilire, nonchè l'istituzione di sportelli di informazione e di risoluzione delle controversie a beneficio dei consumatori, con la possibilità di rilasciare attestati di qualità agli aderenti che soddisfino un insieme minimo di requisiti.
Una di queste associazioni, che proprio nei giorni scorsi è stata inserita nell' elenco per le professioni non organizzate detenuto dal Ministero Sviluppo Economico, è Federprivacy, che rappresenta la categoria dei privacy officer e consulenti della privacy, ovvero gli esperti di data protection.
"La nostra associazione, grazie alla riforma delle professioni, è adesso legittimata a rilasciare agli iscritti un attestato di qualità, che rappresenta un vero e proprio DNA professionale, nel quale sono contenute una serie di informazioni di estrema utilità per consumatori e imprese - ha commentato il presidente di Federprivacy, Nicola Bernardi - Grazie a questo attestato nominativo, che abbiamo deciso di racchiudere in un pratico tesserino plastificato munito di fotografia, datori di lavoro e clienti possono sapere in modo attendibile se il professionista possiede effettivamente certe competenze, se è dotato di una copertura assicurativa, se ha conseguito una o più certificazioni, se ha curato il proprio aggiornamento professionale, e anche l'assenza di pregiudizievoli riguardanti la sua etica, dato che in base alla Legge 4/2013 abbiamo anche il compito di vigilare sulla condotta dei nostri associati".
A proposito di privacy, in previsione del regolamento europeo sulla protezione dei dati che dovrà sostituire il nostro attuale Codice della Privacy, ma anche già al presente, le certificazioni delle professionalità basate sulla Norma ISO 17024, e il rilascio degli attestati di qualità rilasciate dalle associazioni ai sensi della Legge 4/2013, si stanno sempre più affermando come strumenti idonei a verificare e "pesare" le competenze dei professionisti che non appartengono a un albo tradizionale, dato che il trattamento di dati è classificato come attività pericolosa ai sensi dell'art.2050 del Codice Civile, e chi seleziona un candidato ad una posizione che richiede skills nel campo della data protection, deve prestare attenzione a non cadere in incaute o inidonee designazioni, che farebbero incorrere in potenziali sanzioni e richieste di risarcimenti.
Firenze, 10 luglio 2014
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