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Sì agli strumenti didattici online per gli studenti, ma la privacy dovrebbe essere una materia di scuola

Jeff Gould, presidente di SafeGov, durante il convegno al Garante della privacy.
Jeff Gould, presidente di SafeGov, durante il convegno al Garante della privacy.
27 giugno 2014 | 11.40
LETTURA: 4 minuti

La maggior parte dei genitori italiani sono favorevoli all'uso di Internet a scuola, ma anche preoccupati che le attività on-line dei figli possano essere monitorate e utilizzate in modo improprio. Il presidente di Federprivacy:"La privacy dovrebbe essere materia scolastica"

Roma, 27 giugno 2014 - La maggioranza dei genitori italiani ritiene che l'utilizzo di internet a scuola possa apportare vantaggi significativi agli studenti, ed è favorevole all'uso di strumenti on-line per le attività di apprendimento e per migliorare il rendimento scolastico, purché siano attivi gli opportuni controlli di protezione della privacy.
Nonostante gli evidenti vantaggi dell'uso di internet in aula, la maggior parte dei genitori italiani intervistati ha espresso però preoccupazione circa l’uso improprio delle pratiche di creazione di profili e di monitoraggio delle attività on-line dei propri figli a scuola.
E' quanto emerso dai risultati dello studio condotto da SafeGov.org, presentati durante un convegno a Roma a cui hanno partecipato il Garante della Privacy Antonello Soro, il presidente di SafeGov Jeff Gould, il presidente dell'Istituto Italiano per la Privacy Luca Bolognini, il presidente di Federprivacy Nicola Bernardi, Antonella Tozza, dirigente del Ministero Istruzione Università Ricerca, ed Elisabetta Nanni, dell' Associazione Docenti e Dirigenti scolastici Italiani.
Secondo lo studio di SafeGov.org, circa il 60% dei genitori ritiene infatti che l'uso di internet a scuola possa aiutare i figli nell’apprendimento delle lingue straniere e per acquisire le competenze necessarie per essere competitivi nell'economia globale del XXI secolo, ma l'86% dei genitori è preoccupato per il monitoraggio delle attività on-line dei figli da parte delle società a fini pubblicitari e molti tipi di annunci pubblicitari sono considerati potenzialmente dannosi.
La maggior parte dei genitori è anche favorevole all'adozione di leggi più severe da parte del governo che affidino ai genitori il controllo totale sul tipo di informazioni che possono essere eventualmente raccolte dalle società di internet sugli studenti a scuola. Il 72% dei genitori ritiene invece che la responsabilità di garantire la privacy degli studenti sia delle scuole, ciononostante l'88% si dichiara disposto ad intervenire personalmente.
"Sono lieto di constatare che i genitori italiani riconoscono i vantaggi che gli strumenti internet possono apportare quando sono applicati alle attività scolastiche, ma anche che chiedono alle scuole di adottare regole severe di tutela della privacy per proteggere i figli dal rischio di diventare un bersaglio commerciale", ha dichiarato Jeff Gould. “I dirigenti scolastici e i docenti dovrebbero diventare sempre più consapevoli delle grandi opportunità offerte alla scuola dalle tecnologie di cloud computing, e al contempo essere in grado di rispettare attentamente la normativa privacy italiana per non mettere a rischio i dati degli studenti", ha affermato Luca Bolognini. "I giovani di oggi, sono la generazione di domani, e sono i professionisti di domani. Oggi dobbiamo fare la nostra parte per proteggerli dalle insidie della rete, ma domani, se insegniamo loro anche i valori etici, potranno essere loro a proteggere noi, ed avere al tempo stesso opportunità di lavoro nel settore dell'information technology - ha detto Nicola Bernardi durante il suo intervento rivolgendosi ad Antonella Tozza del MIUR - la nostra associazione sta svolgendo diverse attività a favore dei giovani per far conoscere loro i potenziali pericoli di internet, come l'iniziativa della lezione che ha svolto Umberto Rapetto per gli studenti di Rieti al Privacy Day Forum 2014, ma sarebbe bello che un giorno vedessimo la privacy tra le materie scolastiche proprio come si studia educazione civica."
Durante la sua relazione, il presidente di Federprivacy ha raccontato anche i risultati ottenuti nelle ultime attività dedicate ai giovani da parte dell'associazione dei privacy officer, quali appunto l'esperienza al CNR di Pisa in occasione dell'ultimo Privacy Day, con 48 giovani studenti dell'Istituto Luigi di Savoia di Rieti che si sono uniti ai 600 professionisti per seguire le tematiche della data protection, e l'iniziativa più recente, organizzata sempre a Pisa lo scorso 19 giugno, in cui il prof. Alessandro Acquisti, docente di information technology della Carnegie Mellon University di Pittsburgh (USA), ha svolto una speciale lezione davanti a circa 100 partecipanti, di cui 24 studenti che hanno potuto assistere gratuitamente all'incontro grazie a una borsa di studio stanziata da Federprivacy.

Web: www.federprivacy.it - Twitter: @Federprivacy

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