''E' un'iniziativa che per come si prospetta è irrispettosa, anche perché noi conosciamo molto bene quello che dice Eric Gobetti. D'altra parte è chiaro che da parte del presidente dell'Anpi c'è una strumentalizzazione politica: si critica un assessore regionale per un manifesto che è sicuramente forte ma che è veritiero e praticamente identico alla vignetta di un fumetto realizzato dalla giunta Chiamparino anni fa, quando nessuno se ne lamentò. La storia non la fa la politica ma evidentemente in questo caso vogliono usare la storia che decidono di raccontare come arma politica, cosa che non è assolutamente accettabile, soprattutto a tanti anni di distanza''. Emanuele Merlino, presidente del Comitato 10 febbraio, commenta così con l'Adnkronos l'iniziativa organizzata dall'Anpi e dall'associazione dei partigiani sloveni e con la partecipazione dello storico Eric Gobetti, prevista a Gorizia domani, in vista del Giorno del Ricordo, che si intitola 'La storia insieme'.
''Dopo 80 anni avere qualcuno che scrive, come Eric Gobetti, che l'esodo giuliano-dalmata si scatenò per una psicosi collettiva non mi sembra accettabile dal punto di vista storico e anche umano - sottolinea Merlino - Questo non vuol dire che debbano essere impedite le iniziative che vengono fatte, credo però che ci vorrebbe un po' di più di correttezza e onestà intellettuale e naturalmente, questo lo stiamo dicendo con il comitato in moltissime città, tutti hanno il diritto di parlare anche se dicono cose che non condividiamo o che non sono corrette, diverso è il sostegno istituzionale che in questo caso non c'è e che, conoscendo la sensibilità, e la storia, del Comune di Gorizia mi avrebbe stupito ci fosse. Comunque ci troviamo in un momento in cui i tentativi giustificazionisti e riduzionisti sono sempre più forti''.
Secondo Merlino, ''il confronto con l'altra parte del confine è importantissimo e imprescindibile: noi del comitato 10 febbraio abbiamo fatto progetti europei con associazioni europee, quindi riteniamo assolutamente importante conoscere prospettive anche diverse dal punto di vista storico, però poi bisognerebbe anche partire, cosa che temo non accadrà in questo caso, da alcuni fatti''.
''Se parliamo di Slovenia - aggiunge - posso dire che negli ultimi anni ma anche negli ultimi mesi sono state scoperte tantissime foibe, uso questo termine in maniera impropria, perché si tratta di fosse comuni e miniere, piene e strapiene di presunti oppositori del regime di Tito, centinaia di migliaia di sloveni uccisi. E questo forse andrebbe detto. Sembra che la base delle loro affermazioni sia ridurre il tutto a quello che ha compiuto l'Italia, e non soltanto l'Italia, durante la Seconda Guerra Mondiale giustificando o comunque riducendo le responsabilità dei partigiani comunisti e del comunismo''.
''Quella compiuta nei confronti degli Italiani fu definita da Napolitano come una vera e propria pulizia etnica - continua - E' un'espressione su cui si può discutere, però faccio notare che se non ci fosse stata questa volontà di colpire non solo gli oppositori ma anche quelli che potevano sembrare oppositori, tutti gli italiani dell'Adriatico orientale non se ne sarebbero andati. Se fosse stato tutto un paradiso e le vittime, tranne in alcuni casi, fossero stati i fascisti colpevoli di crimini, non avrebbero lasciato le proprie case. E invece andarono via tutti. E allora è chiaro che ci fu un tentativo di bonifica, quanto meno culturale''.
Nell'annunciare l'iniziativa il presidente dell'Anpi Gianfranco Pagliarulo sottolinea che ''da troppi anni una consistente parte delle celebrazioni del Giorno del Ricordo ha assunto un carattere divisivo, all'insegna del nazionalismo, di nostalgie irredentistiche e persino della riabilitazione del fascismo storico'' prendendo ad esempio ''l’ignobile manifesto sul Giorno del Ricordo prodotto dalla Regione Piemonte nella persona di un assessore di Fratelli d’Italia''. Su questo Merlino sottolinea che si tratta di ''un manifesto che è praticamente identico alla vignetta di un fumetto realizzato dalla giunta Chiamparino e all'epoca nessuno si lamentò per questo, è un messaggio forte ma, e lo abbiamo scritto dando la nostra adesione al manifesto, in fin dei conti chi uccide innocenti, chi caccia migliaia di persone che non hanno colpe non è altro che un mostro''.
''L'altra cosa che a loro evidentemente dà fastidio, con una nostalgia fuori tempo massimo, è il simbolo della stella rossa sui berretti che naturalmente è il comunismo, che mi sembra il vero grande problema: la critica a un'ideologia che quando è stata applicata ha causato milioni di morti in tutto l'est Europa e non soltanto - aggiunge - Lo ha riconosciuto lo stesso parlamento europeo''.
In ogni caso secondo il presidente del Comitato 10 febbraio ''è necessario fare molto di più perché non è con la censura che si combattono le idee sbagliate o strumentalizzate o scientificamente false ma è con la cultura, facendo iniziative''. ''Mi piace il nome che hanno scelto per questo evento e forse una volta glielo ruberò anche in maniera provocatoria - ironizza - perché è vero la storia si fa insieme e la storia, che insegna quanto meno a non ripetere gli errori del passato, ha senso se è, non dico condivisa, ma quanto meno accettata. La speranza è che si possano ricordare con serenità le nostre vicende e anche quelle altrui, questa è una cosa a cui teniamo molto''.
''Una cosa che noto è che a fianco di questi convegni, che sono davvero tanti, ci sono inaugurazioni di strade, piazze e parchi, solo a febbraio ce ne saranno almeno una quindicina mentre negli ultimi anni ce ne sono state a centinaia: credo sia questa la risposta più giusta a queste affermazioni di affetto a un passato regime fuori tempo massimo''. Tornando a Gobetti, Merlino ricorda che ''è sua abitudine farsi fotografie con alle spalle la foto del maresciallo Tito''. ''Occuparsi di persone che hanno compiuto il male non è certo un reato - conclude - ma c'è tanta gente che ha sofferto per le azioni del maresciallo Tito. Certe questioni andrebbero affrontate con un minimo di sensibilità, non stiamo raccontando la sconfitta di una squadra di calcio ma la sconfitta dell'umanità. Ci vorrebbe molto più rispetto di quello che viene messo in campo''.