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Governo in stallo

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07 novembre 2018 | 07.48
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"Noi leali su sicurezza ma loro leali su prescrizione". Il messaggio del M5S è chiaro. Dopo il congelamento del vertice tra il premier Giuseppe Conte e i due vice, Luigi Di Maio e Matteo Salvini previsto ieri sera, continua così il braccio di ferro tra M5S e Lega sulla riforma della prescrizione contenuta nel ddl anticorruzione, ormai legata indissolubilmente al dl sicurezza. "Salvini si ricordi che il suo decreto legge deve essere ancora votato dalla Camera - è il ragionamento dei vertici M5S fatto all'Adnkronos - e che il ddl anticorruzione è calendarizzato alla Camera (12 novembre) prima del decreto sicurezza. Se slitta l'anticorruzione, muore il decreto sicurezza''.

Per tutta la giornata di martedì si sono succeduti rinvii e sospensioni sul dl, fino a quando il governo, per bocca del ministro per i Rapporti con il Parlamento Fraccaro, ha posto la questione di fiducia al Senato sul maxi emendamento integralmente sostitutivo del decreto. Fiducia che ha generato ulteriori polemiche nell'opposizione. Al punto che è diventato un giallo il caso del Consiglio dei ministri che l'ha autorizzata, con tanto di proteste del Pd a palazzo Madama. "Abbiamo chiesto esplicitamente al ministro Fraccaro - ha detto il capogruppo dem Marcucci - di dirci se e quando un Consiglio dei ministri ha autorizzato a porre la fiducia sul testo. Altrimenti dobbiamo pensare a un Cdm 'fantasma'. Per i 5S ha replicato il capogruppo del MoVimento al Senato, Patuanelli, che ha parlato di "atto endogovernativo" definendo "patetico" l'attacco di Marcucci.

In attesa di un chiarimento tra i partner di governo, in tensione anche per la rimozione di Roberto Battiston dall'Agenzia spaziale italiana di cui Di Maio sarebbe stato all'oscuro, Salvini non sembra comunque volere arretrare di un passo sul ddl anticorruzione: "Di innocenti in galera ne abbiamo visti tanti, quindi la prescrizione va cambiata. Voglio una giustizia che dia tempi certi, un processo non può durare dieci anni, un processo deve durare 2-3". Tuttavia il titolare del Viminale assicura: "Sono sicuro che, come abbiamo sempre fatto in questi mesi, insieme a Conte e Di Maio, troveremo la quadra, non litigheremo e così gli amici dei tg e dei giornali avranno altro di cui scrivere".

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