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Fronda 5S, chi sono i ribelli

Alcuni dei 'ribelli' del M5S. Da sinistra Paola Nugnes, Gregorio De Falco, Elena Fattori (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Alcuni dei 'ribelli' del M5S. Da sinistra Paola Nugnes, Gregorio De Falco, Elena Fattori (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
30 ottobre 2018 | 15.22
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C'è chi li chiama i 'duri e puri' del Movimento. Chi, dopo le ultime contestazioni, non ha esitato a definirli 'gli agitatori' delle acque a Cinque stelle. Sono i ribelli, gli ortodossi che lottano su più fronti. E' folta la fronda dei dissidenti del M5S che da settimane sta manifestando il proprio malessere su alcuni dei dossier più spinosi del governo gialloverde e che vanno dal decreto fiscale al decreto sicurezza, passando per Tav e Tap.

Bocconi amari da digerire per chi mostra il proprio dissenso, nonostante ieri il capo politico del Movimento, Luigi Di Maio, abbia tentato di soffocare ogni tentativo di ribellione da parte dei suoi. "Nel nostro esercito alcuni stanno dando segni di cedimento - ha detto il leader pentastellato -. E visto che tra di noi siamo in famiglia è bene che queste cose ce le diciamo. Questi cedimenti non ce li possiamo permettere". Gli ortodossi, però, non sembrano fare una piega. E soprattutto sembrano determinati a tenere il punto.

I CONTRARI AL DECRETO SALVINI - Come il generale Gregorio De Falco, che non intende fare dietrofront su alcuni degli emendamenti al decreto sicurezza, il testo fortemente voluto dalla Lega e dal ministro dell'Interno Matteo Salvini. "Per me sono irrinunciabili", ha spiegato più volte il senatore che spinge per modificare il vituperato decreto Salvini assieme ai colleghi Paola Nugnes , Matteo Mantero ed Elena Fattori. Ed è proprio quest'ultima che ieri, parlando di quanto stanno facendo i Cinquestelle al governo è arrivata a evocare i forconi. "Immaginate se in uno dei tanti comizi e convegni appena qualche mese fa avessi raccontato questo - ha scritto sull'Huffington Post - mi avrebbero preso per folle o per lo meno mi avrebbero rincorso con torce e forconi".

I nervi sembrano davvero tesi. Tanto che la stessa Fattori, assieme alla senatrice Paola Nugnes e a Mantero hanno deciso di disertare l'assemblea congiunta inizialmente convocata stasera alle 21.30 da Di Maio, poi slittata - spiegano fonti parlamentari - a domani per le ore 15. "Siamo fuori tempo massimo - ha spiegato Nugnes all'Adnkronos - per parlare del decreto sicurezza e per cercare un modo di partecipare e collaborare".

"Ci sarà molto da correggere sull'accoglienza" nel decreto Sicurezza "ho visto che stanno lavorando per migliorarlo ma la struttura rimane per il momento inaccettabile", ha aggiunto Fattori, che ha confermato di essere "in aperto dissenso con questo decreto che non ha nulla a che fare con il programma del Movimento Cinque Stelle".

"Il decreto è migliorato, ma non è del tutto ancora accettabile... Chiederò per quale motivo il contenuto delle mie proposte non va...", ha detto ancora il senatore De Falco, che per stasera aveva invece annunciato la partecipazione all'assemblea poi saltata.

I RIBELLI SU TAV E TAP - Ad agitare la base dei Cinquestelle sono anche le decisioni del governo sulle grandi opere. Come la questione Tav, l'alta velocità Torino-Lione alla quale i grillini sono contrari. E poi il dietrofront sul Tap, il gasdotto che collegherà la Puglia con il Mar Caspio, che rischia di arroventare ulteriormente il clima tra i dissidenti. Contrari al gasdotto i senatori Lello Ciampolillo, Saverio De Bonis e la deputata Sara Cunial, del Movimento 5 Stelle che nei giorni scorsi hanno tuonato contro la decisione di Conte di andare avanti con i lavori. "Tacere significherebbe tradire il nostro mandato elettorale - ha scritto Cunial in un post su Fb - disattendere totalmente al nostro dovere di parlamentari della Repubblica Italiana e, non ultimo, non riuscire più a guardarci allo specchio".

DECRETO FISCALE - E poi c'è il decreto fiscale, sul quale non si contano più i mal di pancia tra i grillini. Ad aprire le fila dei contrari la deputata del M5S, Carla Ruocco e il senatore grillino, Elio Lannutti che in una nota hanno chiesto la modifica del decreto. "Dovrà essere modificato - dicono in coro - rispettando i principi ispiratori del Movimento 5 Stelle". Secondo i due parlamentari "molte delle disposizioni del provvedimento all'esame del Senato sono contrarie ai nostri valori". Il M5S, ha fatto notare Ruocco via Twitter "da sempre si batte per un fisco equo, semplice, non vessatorio con gli onesti ed i piccoli contribuenti in difficoltà e, d'altro canto, duro ed intransigente nel contrasto alle pratiche evasive ed elusive soprattutto dei soggetti che reiterano condotte dannose per la società frodando l'erario. La 'pace fiscale' va modificata in base a questi principi che da sempre sono l'anima del nostro elettorato".

MALUMORI CINQUESTELLE SUL DL GENOVA - Malumori nel Movimento 5 Stelle anche sul fronte decreto Genova in discussione alla Camera. Fonti parlamentari fanno notare all'Adnkronos come in occasione del voto sugli emendamenti all'articolo 25 del decreto (che prevede la contestata sanatoria per gli abusi edilizi a Ischia), alcuni esponenti del M5S abbiano lasciato l'Aula per disertare la votazione. "Quello è un condono e io non lo voto", dice off the records una fonte grillina.

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