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L'azzardo del governo

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28 settembre 2018 | 07.52
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Alla fine Luigi Di Maio e Matteo Salvini l'hanno spuntata. Dopo ore di trattative e un serrato braccio di ferro, i due vicepremier ieri sera hanno piegato il ministro dell'Economia Giovanni Tria imponendo nel Def di portare il rapporto deficit/Pil al 2,4% per i prossimi tre anni. Un azzardo alla prova dei mercati. Un azzardo che il responsabile del Tesoro ha fatto di tutto per evitare trovandosi però alla fine costretto a cedere di fronte al pressing di 5S e Lega. Tria avrebbe voluto mantenere l'impegno preso in Europa con l'asticella all'1,6% ma stretto tra gli aut aut dei vicepremier non ha avuto scelta.

Tra le misure contenute nella "manovra del cambiamento" c'è anche il reddito di cittadinanza per cui, ha garantito il vicepremier Di Maio, verranno stanziati "10 miliardi di euro" da distribuire a 6,5 milioni di persone. "Via libera anche alla pensione di cittadinanza che dà dignità ai pensionanti", ha aggiunto il ministro del Lavoro, che annovera tra le misure della prossima finanziaria anche "il superamento della Fornero" ed "un Fondo ad hoc di 1,5 mld" destinato a coloro che sono stati "truffati delle banche".

Confermata anche la Flat tax, cavallo di battaglia della Lega, ovvero "tasse abbassate al 15% per più di un milione di lavoratori italiani", ha spiegato il ministro dell'Interno Salvini. E ancora, nella prima finanziaria targata M5S-Lega ci sarà anche "il diritto alla pensione per almeno 400.000 persone e altrettanti posti di lavoro a disposizione dei nostri giovani superando la legge Fornero, chiusura delle cartelle di Equitalia, investimenti per scuole, strade e Comuni" e, sottolinea ancora Salvini, "nessun aumento dell'Iva''.

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