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Rai, il cerchio si chiude

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12 settembre 2018 | 06.55
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La quadratura del cerchio nel centrodestra su Rai e regionali è a portata di mano. Matteo Salvini lo dice chiaramente, ospite ieri sera della prima puntata stagionale di 'Porta a Porta', annunciando a breve il tanto atteso vis a vis chiarificatore con Silvio Berlusconi: ''Conto di vederlo o sentirlo nelle prossime ore. C'è la possibilità di trovare l'accordo non solo sulla Rai. Se c'è accordo si va fino in fondo", ricordando che "si vota a fine ottobre a Trento, Bolzano e poi in Sardegna".

Secondo fonti parlamentari si va ormai verso una riconferma di Marcello Foa alla presidenza dell'azienda di viale Mazzini, anche con il placet dei Cinque stelle, e il via libera all'ex giornalista de 'Il Giornale' sbloccherà, come nel più classico degli 'effetti domino', lo stallo sulle nomine dei direttori di Tg e sulle alleanze con la conseguente scelta dei candidati governatore alle prossime regionali, dall'Abruzzo alla basilicata alla Calabria.

Il Cav, infatti, si era detto disponibile a 'rivotare' Foa (ora si attende solo la convocazione del cda, visto che la Vigilanza è fissata per le 8.30 di giovedì), in cambio di un'intesa complessiva, comprensiva appunto delle amministrative e forse, anche dei vertici del Csm, in scadenza.

Il segnale del disgelo tra Fi e Lega arriva sul caso Orban, che ricompatta il centrodestra (compreso Fdi), determinato a votare contro le sanzioni Ue all'Ungheria. Con una nota, diffusa ieri pomeriggio, il Cav ha rivelato di aver telefonato a Viktor Orban per "annunciargli che a Strasburgo gli eurodeputati azzurri voteranno contro la richiesta di attivazione dell'articolo 7 del Trattato Ue per rischio di violazione dello stato di diritto in Ungheria''.

Raccontano, inoltre, che la partita Rai-regionali sia legata anche a un'altra questione delicata, quella del voto sulla direttiva in difesa del copyrigth previsto domani sempre a Bruxelles, dove decisivi saranno i sei voti della Lega. Si tratta di un provvedimento che sta particolarmente a cuore a Berlusconi, visto che in caso di bocciatura sarebbero a rischio i proventi pubblicitari di Mediaset. Fi si attende che il suo principale alleato non faccia brutti scherzi su questa vicenda particolarmente sensibile.

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