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Zingaretti: "Non voglio allearmi con M5S"

(Foto Adnkronos)
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02 settembre 2018 | 12.23
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"Evitiamo caricature e polemiche. Una delle cose che dobbiamo conquistare è il confronto delle idee e non la denigrazione delle persone a prescindere dalle loro idee. E' evidente che io non voglio allearmi con i cinquestelle. Io i cinquestelle li ho sconfitti due volte, figuriamoci se voglio fare un'alleanza con loro ma io voglio capire, da chi ci ha abbandonato, perché lo ha fatto e ricostruire con loro un rapporto". Così il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, intervenendo alla giornata conclusiva del seminario di Areadem a Cortona.

Poi aggiunge: "Lungi da me porre il tema del nome del partito. Io all'intervista con il 'Fatto Quotidiano' ho detto: 'a soggetto politico, corrisponde un nome' e io mi candido e voglio fare il segretario del Pd. Questa è la mia sfida, il resto sono caricature".

"Dobbiamo aprire in fretta un grande cantiere per rigenerare e reinventare la forma-partito. Smettiamola con la ridicola contrapposizione tra di noi sul partito del territorio e partito della rete", ha continuato Zingaretti aggiungendo: "Noi dobbiamo essere forti in tutte e due i campi. Tra noi diciamo: 'torniamo nelle periferie con i circoli' ma se andiamo nelle periferie ci accorgeremmo che l'80% dei ragazzi forma la propria coscienza, compra, legge e si informa dentro la rete. Il nuovo partito, le nuove forme della democrazia, impongono una riorganizzazione dei corpi sociali".

"Noi - ha sottolineato poi Zingaretti - siamo gli eredi di una delle forme più straordinarie di organizzazione della democrazia nel dopoguerra e dobbiamo ammettere di essere stati pigri, perché abbiamo prima deriso Berlusconi con il partito di plastica che ha governato 20 anni e ora abbiamo un atteggiamento subalterno a chi brandisce lo strumento della rete in forma antidemocratica. Voglio un partito che, sulla rete, sia il migliore per combattere la sua battaglia". Occorre una "nuova idea nel rapporto tra collegialità e leadership. La dimensione collettiva è indispensabile se vogliamo un partito plurale. Abbiamo bisogno di strumenti collegiali e di leader che sappiano capire l'importanza dell'unità della comunità. Leader, che sappiano ascoltare e decidere. Un leader deve decidere, certo, ma anche ascoltare e rispettare". "Certo abbiamo le elezioni europee ma prima il voto in centinaia di comuni e nelle regioni. Abbiamo bisogno come il pane di alleanze nuove, di rifondazione di un nuovo centro sinistra. Non è vero che tutto quello che non è Pd è contro il Pd. Alleanza è una bellissima parola".

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