"L'Italia non può assomigliare ad un far west". Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della cerimonia del Ventaglio, riferendosi ad un recente episodio di cronaca avvenuto a Roma che ha visto un uomo sparare con un fucile ad una bambina rom. "Mi ha molto colpito - ha spiegato Mattarella - un fatto di cronaca di questi giorni. L'Italia non può assomigliare al far west, dove un tale compra un fucile e spara dal balcone colpendo una bambina di un anno, rovinandole la salute e il futuro".
"Questa è barbarie e deve suscitare indignazione - ha proseguito il Capo dello Stato - Il buon senso manzoniano ci suggerisce di occuparci delle grandi questioni che abbiamo di fronte, esercitando il dovere, ineludibile, della responsabilità". "La reputazione è un bene comune, collettivo. Indisponibile. Sottratto a interessi di parte perché costruito, nel tempo, con il contributo del nostro popolo. E' patrimonio di storia, di cultura, di valori che disegna il ruolo dell'Italia nella comunità internazionale - ha ricordato ancora Mattarella - Ovunque si vada, si registra un gran desiderio di collaborazione e di interlocuzione stretta e concreta con l'Italia. Tutto ciò che intacca questo patrimonio ferisce l'intera comunità".
IMMIGRAZIONE - Tra gli argomenti discussi da Mattarella anche la gestione europea dei flussi migratori. "Sessantacinque milioni di profughi in varie parti del mondo danno la misura di un fenomeno epocale, collegato anche ai diversi andamenti demografici - ha spiegato il Capo dello Stato - Su questo piano l'Italia ha, tante volte, chiesto all'Unione europea di far fronte alla propria responsabilità rispetto al fenomeno migratorio. Registriamo adesso, sulla ripartizione dei migranti, segnali finalmente positivi da parte di diversi Paesi dell'Unione. Passo dopo passo, occorre che l'Unione elabori, definisca e predisponga un piano di interventi per governare il fenomeno e non per subirlo".
RUOLO CITTADINI - Tra gli argomenti affrontati da Mattarella anche il ruolo dei cittadini. "La Repubblica vive dell'esercizio delle responsabilità da parte di ciascun cittadino - ha spiegato il Capo dello Stato - ognuno faccia uso dei suoi diritti e adempia ai suoi doveri. Vale per me, anzitutto, chiamato a rappresentare l’unità del Paese e a concorrere all'ordinato funzionamento degli organi istituzionali. Così come a me compete ricordare, a ciascuno, il rispetto dello stesso principio". "Le finalità - ha sottolineato - sono tracciate, con chiarezza, nel testo della Costituzione e verso di esse devono convergere le pubbliche amministrazioni, nell'imparzialità della loro funzione, diretta a servizio di tutti i cittadini. Il limite dell'intervento dello Stato è indicato, limpidamente, laddove è pienamente riconosciuto, alla società civile, di esprimersi in tutte le forme organizzate della vita economica e sociale, senza interferenze da parte delle autorità pubbliche tese a influenzarne l'attività. Da questo patrimonio nasce la reputazione di un Paese ordinato, bene amministrato, coeso".
USO DEL WEB - "Siamo tutti consapevoli che vi sono usi distorti, talvolta allarmanti, del web - ha sostenuto Mattarella - Vi appaiono segni astiosi, toni da rissa, che rischiano di seminare, nella società, i bacilli della divisione, del pregiudizio, della partigianeria, dell'ostilità preconcetta che puntano a sottoporre i nostri concittadini a tensione continua. Sta a chi opera nelle istituzioni politiche, ma anche a chi opera nel giornalismo - ha proseguito il presidente della Repubblica - non farsi contagiare da questo virus, ma contrastarlo, farne percepire, a tutti i cittadini, il grave danno che ne deriva per la convivenza e per ciascuno". "Vi è il dovere di governare il linguaggio - ha aggiunto il Capo dello Stato - Con il coraggio, se necessario, di contraddire opinioni diffuse. L'Italia non può diventare - non diverrà - preda di quel che Manzoni descrive, con efficacia, nel trentaduesimo capitolo dei Promessi Sposi, a proposito degli untori e della peste: 'Il buon senso c'era ma se ne stava nascosto per paura del senso comune'".