Lega e 5 Stelle divisi sulle armi e sulla legittima difesa. La commissione Giustizia di palazzo Madama ha incardinato ieri i cinque ddl (uno di iniziativa popolare, due di Forza Italia, uno di Fdi e uno della Lega) che affrontano il tema. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, rispondendo al Question Time alla Camera, ha subito messo in chiaro che la riforma non potrà in alcun modo portare alla "liberalizzazione delle armi in Italia". "Le presunte relazioni tra l'intento riformatore e gli interessi economici delle aziende produttrici di armi" sono "sterili e infondate illazioni", ha aggiunto.
Il senatore M5S della commissione Giustizia, Francesco Urraro, ha chiarito che "in considerazione della delicatezza della materia trattata, della complessità e dell'impatto a livello sociale è necessaria un'analisi approfondita delle norme esistenti, dei testi presentati con attenzione e con saldi riferimenti nella giurisprudenza". "Ciò è doveroso per il Movimento 5 Stelle, così da rendere la legge realmente efficace ma nella piena sicurezza dei cittadini. Il nostro - ha promesso - sarà un lavoro scrupoloso, di sintesi e ragionato nel solco delle garanzie Costituzionali, senza muoversi sull'onda emotiva".
Mentre i 5 Stelle frenano però, la Lega accelera. ''La riforma della legge sulla legittima difesa è una priorità del governo", ha assicurato Jacopo Morrone, sottosegretario alla Giustizia, sottolineando come non si possa "non dare risposte adeguate, come legislatori, ai troppi fatti di cronaca accaduti in questi ultimi anni, che hanno registrato furti in abitazione accompagnati da violente aggressioni e rapine in attività commerciali e aziende". L'obiettivo, ha spiegato, è di evitare che "possa radicarsi nell'opinione pubblica il timore che l'aggredito che si difende passi dalla parte del torto e che sia meno tutelato dell'aggressore". "Qui non si tratta ovviamente di 'armare' i cittadini italiani - ha precisato - ma di adeguare le normative".
Sulle posizione di M5S e Lega sulla legittima difesa è intervenuto ieri il vicepremier Matteo Salvini assicurando: "Sono in perfetta sintonia con il ministro Bonafede". "Anzi -ha aggiunto il ministro dell'Interno - sosteniamo insieme la battaglia per far scontare la pena nei paesi di provenienza agli stranieri nelle nostre carceri". Parole confermate da Bonafede: "Sulla legittima difesa il governo è compatto". "Lavoreremo a un testo - ha spiegato - che tolga le zone d'ombra dall'attuale normativa e che dia la possibilità ai cittadini, che si sono legittimamente difesi, di non dovere subire tre gradi di giudizio".
Sulla questione è intervenuto anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. "Questo governo - ha spiegato - non vuole incitare alla giustizia privata, né vuole incitare all'uso delle armi. Questo governo però è consapevole che sul piano applicativo e giurisprudenziale della disciplina della legittima difesa si sono create delle incertezze che non giovano ai cittadini, anche perché molto spesso - ha aggiunto - ci sono persone che hanno vissuto un calvario, tre gradi di giudizio per ottenere un'assoluzione, ma sono vite che sono state mortificate. Quindi occorre intervenire per mettere a punto la regolamentazione, senza stravolgere nulla".