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Fondi Lega, la mossa di Salvini

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05 luglio 2018 | 09.15
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Un appello al Colle. Il giorno dopo la sentenza della Cassazione che ha ordinato il sequestro di qualsiasi somma di denaro riferibile alla Lega fino alla somma di 49 milioni di euro, il Carroccio va all'attacco dei giudici e tira in ballo il Quirinale. Fonti del partito di Matteo Salvini hanno fatto sapere ieri che la Lega ha intenzione di chiedere un incontro al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il Carroccio parla di "una sentenza politica che non ha senso giuridico", un "gravissimo attacco alla democrazia" per "mettere fuori gioco per via giudiziaria il primo partito italiano". E ancora un "attacco alla Costituzione, perché si nega il diritto a milioni di italiani di essere rappresentati". "Solo in Turchia, nei tempi moderni - si dice da ambienti della Lega -, un partito democratico e votato da milioni di persone è stato messo fuorilegge attraverso la magistratura''. Ma perché è stato ordinato il sequestro dei fondi?

LA SENTENZA - La Cassazione ha depositato martedì le motivazioni della sentenza che accolgono il ricorso della procura di Genova contro l'opposizione del Carroccio al sequestro dei fondi, provvedimento conseguente alla condanna pronunciata nel processo per truffa ai danni dello Stato nei confronti ell'ex leader Umberto Bossi e l'ex tesoriere Francesco Belsito. Nelle motivazioni del pronunciamento della Cassazione sul sequestro dei fondi della Lega, i giudici della Suprema Corte fanno riferimento anche al sequestro dei futuri introiti del partito fino al raggiungimento della cifra di 49 milioni di euro, provento della truffa allo Stato.

CHE SUCCEDE ORA - L'avvocato Roberto Zingari, legale del Carroccio, spiega all'Adnkronos come si muoverà ora il partito. "La Cassazione ha rinviato al Riesame quindi - afferma - verrà fissata un'udienza e noi cercheremo di far valere le ragioni che avevano portato il Riesame precedente a darci ragione. Poi eventualmente se il provvedimento preso sarà negativo faremo ricorso. Con quanto affermato in via giuridica si blocca un partito e si legittima un sequestro di cose che non hanno nessun legame con il fatto di reato".

"Quello che noi avevamo sostenuto - prosegue il legale - era che non era legittimo neanche il sequestro che era stato fatto nel settembre scorso. Dopo quel sequestro, che ha azzerato i conti, le somme che entrano successivamente sono le contribuzioni degli eletti e i contributi dei cittadini. Quindi il legame con il profitto del reato non può esserci. Questo provvedimento in qualche modo - conclude -va anche contro quello che ha deciso il tribunale, nel merito, e che aveva stabilito non si potessero sequestrare beni futuri".

LA POSIZIONE DI DI MAIO - Ieri sul caso è intervenuto il capo politico del M5S Luigi Di Maio spiegando che non c'è "nessun imbarazzo" da parte del Movimento rispetto alla sentenza della Cassazione sui beni della Lega. "Stando a quel che dice Salvini lo scandalo riguarda Bossi e il suo cerchio magico. Detto questo, una sentenza è una sentenza...", ha concluso il vice premier.

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