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Migranti, Italia pronta a braccio di ferro

Foto di repertorio Afp) - AFP
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20 giugno 2018 | 21.11
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Al vertice di domenica a Bruxelles sull'immigrazione, il premier Giuseppe Conte è pronto a puntare i piedi: no a soluzioni già scritte e l'Italia costretta a doverle sottoscrivere con una stretta di mano e la rassicurazione che accetteranno, più avanti, di metter mano al Regolamento di Dublino. Questo, stando a quanto filtra da Palazzo Chigi, il contenuto dell'incontro di oggi tra lo stesso Conte e i due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, a cui si è aggiunto poi anche il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi. Il presidente del Consiglio potrebbe addirittura non andare a Bruxelles nel caso in cui la bozza sui migranti dovesse essere giudicata insoddisfacente dal governo italiano. "Se andiamo a Bruxelles per avere il compitino già scritto da Francia e Germania, se pensano di mandarci altri migranti allora non andiamo nemmeno, risparmiamo i soldi del viaggio", ha detto in serata a 'Porta a Porta' Salvini. Il leader della Lega ha aggiunto: "Conte ha il pieno mandato di tenere alto l'orgoglio del popolo italiano. Spero vada a far valere le nostre ragioni ma l'Italia non è più scontata, il popolo italiano non è più in vendita".

Saranno i capi di governo di Spagna, Germania, Austria, Italia, Francia, Grecia e Bulgaria a riunirsi in un vertice informale per discutere il futuro delle politiche dell'Ue in materia di immigrazione, come riferisce la Dpa citando fonti diplomatiche.

Tra Conte, Di Maio e Salvini, sul tema, la sintonia sarebbe totale. In particolare, a fare alzare il livello di guardia le voci che circolano su una bozza già scritta e che punterebbe gran parte del suo contenuto sui cosiddetti movimenti secondari, ovvero la possibilità di ricollocare i migranti richiedenti asilo - e la cui pratica non è stata espletata - nel primo Paese dove sono sbarcati. E che metterebbe l'Italia in evidente difficoltà. Conte oggi ha detto chiaro al presidente del Consiglio europeo Donald Tusk che l'Italia non ci sta, e sarebbe pronto a ribadirlo con forza al tavolo di domenica a Bruxelles, non escludendo addirittura di abbandonare l'incontro se le cose dovessero mettersi male. "Oggi ho avuto con il Presidente Tusk un incontro molto utile - ha scritto su Twitter Conte - Gli ho anticipato che al pre vertice di Bruxelles non sono disponibile a discutere dei 'secondary movements' senza prima aver affrontato l’emergenza dei 'primary movements' che l’Italia si ritrova ad affrontare da sola".

In queste ore sono in corso contatti con altri governi, in particolare quelli tedesco e francese. L'obiettivo a cui si punta è quello di fare in modo che la discussione di domenica prossima sia "reale e non solo di facciata" per giungere a una soluzione che tenga conto delle esigenze di tutti i paesi riuniti, innanzitutto di quelli, come l'Italia, in prima linea nel fronteggiare l'emergenza sbarchi. E che non possono essere sacrificati sull'altare delle difficoltà interne al governo tedesco e che vedono la cancelliera Angela Merkel in affanno.

A chiedere l'incontro sono state Francia e Germania, non l'Italia, a quanto spiegano fonti Ue. In merito all'idea di creare delle piattaforme regionali di sbarco, contenuta nella bozza della conclusioni del Consiglio Europeo di settimana prossima, si tratterebbe ancora di un'idea. In ogni caso, per convincere i Paesi del Nordafrica (si parla della Tunisia e forse dell'Egitto) ad ospitarle, verrebbe accompagnata da programmi di rimpatrio, da supporto finanziario e da altri incentivi. E' chiaro che queste piattaforme non potranno essere create in Libia, vista la situazione sul terreno. Per ora, comunque, si tratta di una possibilità, che va esplorata, sondando anche i Paesi interessati.

Domenica si parlerà anche della riforma del sistema di Dublino e della prevenzione dei movimenti secondari nell'Ue, che sarà un elemento importante della riunione. L'importanza della prevenzione dei movimenti secondari viene sottolineata anche nella dichiarazione franco-tedesca diffusa ieri al termine del bilaterale di Meseberg tra Merkel e Macron.

Finché non ci sarà un nuovo sistema di Dublino, per prevenire i movimenti secondari (cioè il trasferimento di una persona che ha richiesto asilo in uno Stato Ue in un altro Stato dell'Ue, esattamente quello che il ministro dell'Interno tedesco Horst Seehofer vuole impedire) è probabile che la Germania e la Francia domenica spingano sul pedale delle intese bilaterali tra Stati, volte ad accelerare le procedure per i trasferimenti dei richiedenti asilo verso il Paese in cui hanno fatto richiesta di asilo.

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