"E' mio dovere, nello svolgere il compito di nomina dei ministri che mi affida la Costituzione, essere attento alla tutela dei risparmi degli italiani". E' quanto ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che, dopo la rinuncia a formare il governo di Giuseppe Conte, ha convocato per lunedì mattina al Quirinale Carlo Cottarelli. "L'incertezza sulla nostra posizione nell'euro -ha proseguito il Capo dello Stato- ha posto in allarme gli investitori e i risparmiatori, italiani e stranieri, che hanno investito nei nostri titoli di Stato e nelle nostre aziende. L'impennata dello spread, giorno dopo giorno, aumenta il nostro debito pubblico, e riduce le possibilità di spesa dello Stato per nuovi interventi sociali. Le perdite in Borsa, giorno dopo giorno, bruciano risorse e risparmi delle nostre aziende e di chi vi ha investito e configurano rischi concreti per i risparmi dei nostri concittadini e per le famiglie italiane. Occorre fare attenzione anche al pericolo di forti aumenti degli interessi per i mutui e per i finanziamenti alle aziende. In tanti ricordiamo, quando prima dell'unione monetaria europea gli interessi bancari sfioravano il venti per cento".
DA PARTE MIA MASSIMA COLLABORAZIONE - Movimento 5 stelle e Lega "hanno raggiunto un'intesa dopo un ampio lavoro programmatico. Ne ho agevolato, in ogni modo, il tentativo di dar vita ad un governo". "Ho atteso i tempi da loro richiesti per giungere a un accordo di programma e per farlo approvare dalle rispettive basi di militanti -ha proseguito il Capo dello Stato- pur consapevole che questo mi avrebbe attirato osservazioni critiche". "Nessuno può sostenere che abbia ostacolato la formazione del governo che viene definito del cambiamento - dice Mattarella -. Al contrario, ho accompagnato con grande collaborazione questo tentativo, com'è del resto mio dovere, in presenza di una maggioranza parlamentare, nel rispetto delle regole della Costituzione".
NO A IMPOSIZIONI - "Avevo fatto presente sia ai rappresentanti dei due partiti, sia al presidente incaricato - ricorda Mattarella -, senza ricevere obiezioni, che per alcuni ministeri avrei esercitato un'attenzione particolarmente alta sulle scelte da compiere". Il capo dello Stato ha quindi puntualizzato che "deve firmare" i decreti di nomina dei ministri, "come dispone la Costituzione, assumendomene la responsabilità istituzionale", svolgendo "un ruolo di garanzia che non ha mai subito, né può subire imposizioni".
IL NODO SAVONA - "Ho condiviso e accettato tutte le proposte per i ministri" presentate da Giuseppe Conte, precisa il Capo dello Stato "tranne quella del ministro per l'Economia", la cui designazione "costituisce sempre un messaggio immediato, di fiducia o di allarme, per gli operatori economici e finanziari". "Ho chiesto per quel ministero -ha proseguito - l'indicazione di un autorevole esponente politico della maggioranza, coerente con l'accordo di programma, che, al di là della stima e della considerazione per la persona, non sia visto come sostenitore di una linea, più volte manifestata, che potrebbe provocare probabilmente, o addirittura inevitabilmente, la fuoriuscita dell'Italia dall'euro. Cosa ben diversa da un atteggiamento rigoroso nell'ambito dell'Unione europea per cambiarla in meglio dal punto di vista italiano". "A fronte di questa mia sollecitazione -ha sottolineato Mattarella- ho registrato con rammarico indisponibilità a ogni altra soluzione".
EURO ED EUROPA - "Quella dell'adesione all'Euro è una scelta di importanza fondamentale per le prospettive del nostro Paese e dei nostri giovani: se si vuole discuterne lo si deve fare apertamente e con un serio approfondimento - rimarca -. Anche perché si tratta di un tema che non è stato in primo piano durante la recente campagna elettorale".
IL VOTO - "Sono stato informato di richieste di forze politiche di andare a elezioni ravvicinate - conclude - . Si tratta di una decisione che mi riservo di prendere, doverosamente, sulla base di quanto avverrà in Parlamento".