Nella procedura che sta portando alla formazione del governo non c'è un problema di veti sulle nomine dei ministri, ma in realtà la questione da superare sono i diktat posti dai partiti della futura maggioranza nei confronti del Presidente della Repubblica e del presidente del Consiglio incaricato. Così al Quirinale rispondono a chi chiede se ci siano veti posti dal Capo dello Stato rispetto a candidature che sono state avanzate rispetto alla titolarità di alcuni dicasteri.
Il vero tema infatti è l'inammissibilità di aut aut che vengono avanzati nei confronti dello stesso Capo dello Stato e del premier incaricato. Ancora una volta occorre infatti ricordare che in base all'articolo 92 della Costituzione è il Presidente della Repubblica che nomina i ministri su proposta del presidente del Consiglio. Quindi non si tratta di mettere veti rispetto a proposte avanzate da chi non è titolato, ma di esercitare semplicemente in piena autonomia una propria prerogativa.
Nel pomeriggio si è svolto il vertice tra Di Maio e il leader del Carroccio ma i nodi relativi alla composizione della squadra del futuro governo giallo-verde non sarebbero stati ancora sciolti. Sarebbe in corso un vero e proprio braccio di ferro tra M5S-Lega e il Colle. Nelle ultime ore sarebbero tornati in ballo almeno tre dicasteri chiave: Economia, Infrastrutture ed Esteri.
"Ma che diktat, si tratta solo di suggerimenti" ha detto Salvini, tornando alla Camera, commentando le preoccupazioni trapelate dal Colle. "Noi andiamo a consigliare, a suggerire e a metterci a disposizione", ha concluso. "Non commento le indiscrezioni...", gli ha fatto eco Luigi Di Maio tagliando corto.