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5S-Lega indicano Conte: "Sarà premier politico"

(Foto Adnkronos)
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21 maggio 2018 | 17.58
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Il nome del premier c'è. A ottanta giorni dal voto e dopo lunghe trattative sul contratto di governo, M5S e Lega hanno finalmente indicato al presidente Mattarella il profilo frutto dell'intesa. Giuseppe Conte, professore ordinario di diritto privato a Firenze e avvocato cassazionista, è ufficialmente il presidente del Consiglio scelto dagli alleati in vista di un governo giallo-verdi.

"Oggi siamo di fronte a un momento storico", al Presidente Mattarella "abbiamo indicato il nome che al meglio può portare avanti il contratto di governo che a breve firmeremo" con la Lega, "ovviamente obiettivo era ed è migliorare la vita degli italiani", ha commentato Luigi Di Maio al termine del colloquio con il Capo dello Stato al Quirinale.

Quello di Conte, ha detto il pentastellato ai cronisti uscendo dal Quirinale, "sarà un presidente del Consiglio politico indicato da due forze politiche di un governo politico con figure politiche al proprio interno. E soprattutto con il sostegno di due forze politiche votate. No cambi di casacca, persone che vengono dal gruppo misto... non era questo lo spirito che volevamo dare al governo e ci siamo riusciti".

"Sono molto orgoglioso di questo nome perché è la sintesi" di M5S e Lega, ha continuato. Cosa intende dire con la frase 'sarà amico del popolo'? "Significa che è uno che non vesserà il popolo italiano", ha risposto Di Maio ai cronisti.

Giuseppe Conte, spiega ancora, "oltre a essere una persona di grandissimo profilo, viene dalla periferia di questo Paese, da San Giovanni Rotondo, è uno tosto, si è fatto da solo. Si è battuto non solo per un rigore legale ma anche morale".

"Il nostro, qualora il presidente della Repubblica valuterà il nostro nome, sarà - ha aggiunto il leader M5S - un governo politico che metterà al centro le questioni politiche". Nel programma di governo "ci sono le nostre grandi battaglie storiche, ci sono le 5 stelle. Abbiamo tanto da fare e tanto da realizzare e come capo politico" del M5S "ho lavorato notte e giorno in questi 80 giorni" per questo. "Almeno fateci prima partire...", commenta poi Di Maio a proposito delle critiche della stampa estera al governo Lega-M5S. Finora, continua "abbiamo imposto un metodo: prima i temi, poi i nomi. Ed è giusto che sia così anche in futuro perché le questioni degli italiani vengono prima di ogni cosa".

"Nei prossimi giorni e settimane speriamo si possa iniziare un nuovo percorso", sono passati "80 giorni ma ne è valsa la pena prendere tempo, perché finalmente adesso nasce la Terza Repubblica", ha concluso.

SALVINI - "Conto che oggi sia l'ultimo passaggio, noi ci siamo - ha spiegato il leader leghista al termine delle consultazioni -, siamo pronti, abbiamo fatto il nome e abbiamo già una squadra chiara. Non vediamo l'ora di partire per far crescere l'economia del Paese". "Siamo pronti a partire - ha aggiunto - nessuno ha niente da temere, anzi".

Per Salvini sarà un governo "di speranza, di crescita e futuro, non sarà remissivo. Al centro metterà gli italiani, lo abbiamo detto prima del voto e lo faremo. Niente di campato per aria, radici solide per un governo che non guarda indietro ma avanti". All'estero, ribadisce, "non hanno niente di cui preoccuparsi, il governo di cui faremo parte vuole far crescere e fa ripartire l'Italia".

"Vogliamo un governo che metta l'interesse nazionale italiano al centro, rispettando tutto e tutti ma mettendo l'Italia al centro, prima gli italiani. Rispettando nel limite del possibile tutte le normative e i vincoli, però facendo crescere il Paese", ha poi sottolineato il leghista.

"Entrando in questo palazzo mi andavo a rileggere come il debito pubblico italiano 5 anni fa era inferiore di 300 miliardi di euro rispetto ad oggi. Nessuno - ripete - ha niente da temere dalle nostre politiche economiche. Puntiamo a far crescere l'economia italiana per ridurre il debito a fronte di politiche fallimentari".

"Senza un lavoro stabile non c'è prospettiva, famiglia, figli. Non è possibile che il 20% degli italiani usi psicofarmaci, spesso per mancanza di speranza fiducia, prospettive. Contiamo - assicura - di lasciare ai nostri figli un Paese migliore, con un maggiore indice di sicurezza".

"Non vediamo l'ora di partire - ha concluso -, vogliamo passare dalle parole ai fatti".

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