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Berlusconi riabilitato, ora si può candidare

Foto di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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12 maggio 2018 | 07.49
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Silvio Berlusconi potrà di nuovo correre per le elezioni. A deciderlo il Tribunale di Sorveglianza di Milano. Lo scrive il Corriere della Sera. Vengono dunque di fatto cancellate le conseguenze della condanna del 2013 legata al processo sul diritti Mediaset che aveva fatto scattare l'incandidabilità per l'ex premier prevista dalla cosiddetta legge Severino.

"Non abbiamo ancora letto il provvedimento, solo dopo valuteremo cosa fare" dice il procuratore generale di Milano, Roberto Alfonso, contattato dall'Adnkronos. La procura generale, che attende le motivazioni dell'ordinanza, ha 15 giorni di tempo per presentare opposizione alla decisione della Sorveglianza. La decisione di ricorrere in Cassazione non è scontata.

Il Tribunale di Sorveglianza di Milano che ha concesso la riabilitazione a Berlusconi, dopo la condanna per frode fiscale nel processo relativo ai diritti tv Mediaset, ha dato atto dell'espiazione della pena e dei risarcimenti alle parti civili e ha considerato non ostativo il fatto che sia ancora sotto processo per il caso Ruby. E' quanto emerge da fonti giudiziarie. Nel provvedimento, di quattro pagine, si fa riferimento a tre relazioni di servizio delle questure di Milano e Roma e dei carabinieri di Arcore in cui si dà atto della 'buona condotta' del leader di Forza Italia. Un requisito necessario per concedere la riabilitazione che estingue le pene accessorie e ogni altro effetto della condanna, inclusa la legge Severino, e restituisce all'ex premier la possibilità di candidarsi alle elezioni.

Berlusconi ha dunque rispettato i criteri per ottenere il sì: ha risarcito il danno, si è ravveduto rispetto al reato per il quale è stato giudicato e ha messo in atto una ’buona condotta’ (rapportata e valutata alla luce della gravità del reato commesso) per il periodo intercorso dalla condanna del 2013 (quattro anni di reclusione, di cui tre coperti da indulto) fino alla scadenza dei tre anni che la legge prevede debbano trascorrere dall’espiazione della pena.

Inoltre, nel provvedimento si evidenzia come due denunce presentate per diffamazione e voto di scambio sono state archiviate. Per i giudici, i processi ancora in corso sul caso Ruby sono considerati non ostativi per il principio costituzionale di non colpevolezza. In pratica, secondo le regole della riabilitazione, denunce e processi per fatti successivi alla sentenza (a cui si riferisce l’istanza) non sono per legge automaticamente ostativi alla concessione della riabilitazione, ma sono valutati caso per caso dal Tribunale per trarre elementi di convincimento rispetto al giudizio complessivo.

NODO CORTE STRASBURGO - Una volta ottenuta la riabilitazione e la possibilità di ricandidarsi, ora in Forza Italia si chiedono se Silvio Berlusconi continuerà a percorrere anche la strada della Corte europea dei diritti dell'uomo dove ha presentato un ricorso contro la legge Severino. Dopo aver accolto la sentenza del Tribunale di sorveglianza di Milano con la famiglia e la compagna Francesca Pascale a Villa Maria, ora il Cav dovrà decidere con i suoli legali, Franco Coppi e Niccolò Ghedini, se 'sfilarsi' da Strasburgo perché appagato dalla riabilitazione che gli ha ridato l'agibilità politica o andare avanti fino in fondo quasi per una questione di onore e principio e ottenere un riconoscimento anche nel merito della vicenda.

In queste ore c'è chi, tra gli azzurri, lo invita a fermarsi qui nel timore che il verdetto della 'Grande Chambre' possa essere negativo. Il presidente di Fi, raccontano, valuterà i pro e i contro nei prossimi giorni con lo staff legale. Bisognerà vedere, infatti, se prevarrà il Cav pragmatico o quello di pancia. Il ricorso contro la sua decadenza da senatore in base alla legge Severino è stato presentato alla Corte Ue nel 2013. La prima e unica udienza di fronte ai giudici di Strasburgo si è tenuta il 22 novembre scorso. Ora si attende la decisione definitiva, che secondo alcuni rumors potrebbe arrivare quest'estate.

LO SFOGO DEL CAV - Nessuno mi ripagherà degli anni di sofferenza e di veleni e di aver privato gli italiani del leader in cui si riconoscevano, si sarebbe sfogato l'ex premier con chi ha avuto modo di sentirlo in queste ore. Per il Cav questa riabilitazione che gli ha consentito di recuperare l'agibilità politica non sarebbe nulla rispetto a quello che ha subito in questi anni, nelle vesti di 'anatra zoppa', penalizzata in tutte le campagne elettorali, da ultimo le politiche del 4 marzo scorso.

Per Berlusconi la sentenza dei giudici di Milano non cambia nulla rispetto alla trattativa in corso tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio per formare un governo giallo-verde. Allo stato, l'orientamento prevalente nel partito e in queste ore anche del leader azzurro sarebbe quello di votare contro la fiducia, come suggerito da praticamente tutti i big azzurri (tra questi Antonio Tajani) e Gianni Letta, il suo uomo al Colle. L'ex premier, insomma, sta alla finestra, vuol vedere cosa porterà a casa la coppia Di Maio-Salvini. Molto dipenderà dal nome del premier e dei ministri, ma anche dal programma che i grillini e i leghisti riusciranno a proporre. E fino ad allora preferisce tenersi le mani libere per poi decidere il da farsi all'ultimo momento utile.

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