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Accordo Di Maio-Salvini: "Camere subito operative"

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11 aprile 2018 | 16.44
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Luigi di Maio e Matteo Salvini si sono sentiti oggi al telefono e con spirito di collaborazione per rendere operativo il parlamento al più presto, hanno concordato di votare domani alla presidenza della commissione speciale della Camera il deputato della Lega Nicola Molteni. Lo rendono noto gli uffici stampa di Lega e M5S.

DI MAIO - "Ho deciso di avviare un comitato scientifico sull'analisi dei programmi elettorali di M5S, Pd e Lega" per avviare la stesura di un contratto di governo. Lo ha detto a Porta a Porta il leader del M5S Luigi Di Maio. Il comitato, ha proseguito il capo politico 5 Stelle, sarà presieduto dal professor Giacinto della Cananea e sarà nominato domani.

Con Salvini, ha aggiunto, "c'è un'interlocuzione istituzionale molto serena. Oggi ci siamo sentiti per sbloccare la commissione speciale" e individuare il presidente. "La Lega? Io comprendo che loro stiano in una coalizione ma questa è nata solo perché c'era una legge elettorale che nei collegi invogliava a mettersi insieme. La Lega di Salvini in Parlamento ha votato il 70 per cento delle volte in maniera diversa da Fi. Io - ha sottolineato - non sto chiedendo un parricidio".

"Forse nel centrodestra non vogliono così bene a Salvini se lo propongono per un pre-incarico" a cercare voti che non ci sono, ha poi affermato il candidato premier pentastellato. che ha sottolineato come il M5S non voterà mai la fiducia a un governo con Salvini premier che ha anche la fiducia di Berlusconi e Meloni.

"Berlusconi il male assoluto? Le parole di Di Battista sono quelle di tante persone che in questo momento considerano Berlusconi appartenente a un'epoca politica che è finita. E' Berlusconi a dover avviare la nuova fase politica cedendo il passo".

"Ho proposto un contratto" di governo "al Pd ma non per ricostruire il vecchio apparato di potere. So che c'è un processo di evoluzione interno. Vogliono avviare un rinnovamento" ed è a quello che il Movimento guarda. "Le risposte" anche ironiche "che ho ricevuto in questi giorni" da parte dei dem "non credo siano giuste... è un modo di rispondere ingiusto" rispetto a questo momento "e allora io non ci sto", ha lamentato Di Maio.

"La nostra idea - ha poi precisato Di Maio in un post sul Blog delle Stelle - non è che si governa con il primo che ci sta e siamo consapevoli delle differenze tra Lega e Pd. La nostra idea è che si governa con la forza politica con la quale, in seguito al confronto, ci sarà la maggiore convergenza sui temi da mettere al centro, sulle priorità a cui dare la risposta che i cittadini aspettano da 30 anni. Non ne facciamo né una questione ideale né ideologica, ma puramente pragmatica: quante più cose riusciamo a fare per gli italiani meglio è".

"Noi - ha assicurato - siamo pronti, ma sia nella coalizione di centrodestra che nel Partito democratico ci sono delle evoluzioni in corso che richiedono tempo. In questo contesto, insieme ai capigruppo, abbiamo deciso intanto di portarci avanti con il lavoro, formando un 'Comitato scientifico per l'analisi dei programmi' coordinato dal prof. Giacinto Della Cananea e composto da tecnici autorevoli selezionati da lui in grado di svolgere una comparazione politica tra il nostro programma, quello del Partito democratico e della Lega al fine di preparare le basi per la stesura dell'eventuale contratto di governo.

"In questi giorni, in queste ore - ha aggiunto- stiamo seguendo con rispetto le evoluzioni in atto nei due schieramenti. Sono fiducioso che presto le cose si muoveranno perché gli italiani ci guardano e nessuno può permettersi di deludere le loro aspettative".

SALVINI - "Oggi ho chiamato Di Maio per cercare di accelerare i tempi dell'operatività di Camera e Senato. Domani andremo come centrodestra unito dal presidente Mattarella a ricordare che siamo la coalizione che voi avete premiato con più voti", ha poi commentato Salvini in diretta Facebook. Il leader della Lega ha spiegato che dialogherà "con tutti pur di dar vita a un governo che faccia le cose che voi ci avete chiesto".

"Cercheremo di fare il più in fretta possibile. Ma Di Maio - ha sottolineato Salvini - deve scendere dal piedistallo, deve smettere di dire io, io, io... io comando, io faccio premier, io ho vinto, io voglio... Lui dice io, noi diciamo noi e voi. Con umiltà, con buon senso, con la voglia di cominciare a lavorare il prima possibile per difendere i diritti degli italiani dimenticati. Se mi accorgessi che vogliono tirare a campare per portare a casa lo stipendio con la paura di tornare a votare, ma senza cambiare nulla, io dirò torniamo ad ascoltare gli italiani".

"Rispettando l'autonomia del presidente, lo escludo. Non penso che il presidente della Repubblica conferirà incarichi a caso a qualcuno che non ha la maggioranza ed oggi noi non abbiamo la maggioranza". Così in serata Salvini, rispondendo a Bari a una domanda dei giornalisti che gli chiedevano della possibilità che il capo dello Stato, Sergio Mattarella, possa conferirgli l'incarico di presidente del Consiglio pur non avendo la maggioranza. Quanto all'ipotesi di andare in aula al Parlamento, presentare il programma e i ministri e chiedere la fiducia, Salvini ha precisato che vuole essere pronto prima.

"Non è che mi indebolisce - ha risposto a un'altra domanda - ma non è serio. Il mio programma ce l'ho ben chiaro in testa. Ad oggi ho perfettamente consapevolezza del fatto che non ho la maggioranza sia alla Camera che al Senato. Tra 10-15 giorni magari sarà diverso. Però oggi non chiederei un incarico per non concludere nulla". Circa i suoi contatti con il leader del Movimento Cinque Stelle Luigi Di Maio, ha risposto con tono scherzoso. "Ci siamo detti tutto quello che c'era da dirsi oggi", ha affermato. "Qualcosa ce lo teniamo per giovedì, qualcosa per il venerdì. Se non chiamo Di Maio tutti i giorni, voi poi cosa fate?".

"E' giusto ascoltare i Cinque stelle, io all'interno della coalizione di centrodestra sono quello che più di tutti dice di rispettare il voto degli italiani che ha detto che il centrodestra è primo, i Cinque stelle secondi e il Pd non pervenuto. E allora i Cinque stelle - ha detto ancora - devono ricordarsi che sono secondi. E' una strana partita quella in cui i secondi arrivati vorrebbero dettare le regole ai primi quindi rimettiamo le cose al loro posto".

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