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M5S abbandonato

(Foto Afp) - AFP
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07 aprile 2018 | 09.32
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Centrodestra compatto al prossimo giro di consultazioni al Colle. Ad assicurarlo è Silvio Berlusconi che raccoglie l'invito del segretario della Lega. Matteo Salvini infatti, qualche ora prima, aveva manifestato la volontà di chiedere al Cav e alla Meloni di "andare al Quirinale insieme per avere un'unica voce, per partire dal nostro programma, dal voto degli elettori". Insomma nessun ruolo di comparsa per Fi, sembra dire l'ex premier.

Il candidato premier del centrodestra resta Salvini, come ha ribadito anche oggi il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani (Fi), ma "non siamo disposti a subire umiliazioni da parte di chicchessia", aveva già sottolineato. "E' impensabile accettare diktat o ricatti - ha detto ancora Tajani in un'intervista al 'Messaggero' - Di Maio ha dichiarato che il centrodestra non esiste, ora si accorgerà che esiste eccome".

Se al termine del primo giro, insomma, il centrodestra sembrava più che mai diviso con i leader di Fi e Lega su posizioni nettamente diverse (un particolare fatto notare subito da Di Maio), sembra essere cambiato tutto.

Il quadro è cambiato e il Movimento 5 Stelle lo sa. Matteo Salvini faccia una scelta: dica se vuole il cambiamento oppure se vuole far tornare l'Italia indietro con Berlusconi. E' questo il commento che trapela dai vertici. Il fatto è che il Cav ha chiuso ai grillini (''no ai pauperisti a palazzo Chigi''), così come d'altra parte i 5 Stelle hanno fatto con Forza Italia: "Gli interlocutori sono la Lega e il Partito democratico", ha ribadito Danilo Toninelli).

Ma il Pd ha nuovamente gelato l'ipotesi di qualsiasi accordo con i 5 Stelle: "Leggo che il capogruppo al Senato del Movimento 5 Stelle ritiene il Pd 'responsabile del fallimento delle politiche di questi anni'. È chiaro che queste parole dimostrano l’impossibilità di un confronto con noi", ha dichiarato il segretario reggente del Pd, Maurizio Martina. Servirà l'invito di Di Maio al Pd di sotterrare l'ascia di guerra? "A noi viene chiesto l'onere di dare un governo al Paese, ma tutti hanno il dovere di contribuire a risolvere i problemi della gente e di mostrare senso di responsabilità", ha detto in un'intervista alla "Repubblica".

Il candidato premier del M5S non sottovaluta le distanze che separano il M5S dal Pd e dalla Lega, forse ora più che mai. "Il punto non è questo - ha continuato ripetendo il metodo del 'contratto di governo' - ognuno porta le sue idee, il contratto si scrive insieme. Per questo ci sediamo intorno a un tavolo, per ragionare e trovare insieme una sintesi che serva a dare risposte e non a scontrarsi muro contro muro".

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