Fumata nera al Colle. Nulla di fatto al termine del primo giro di consultazioni al Quirinale. I big dei partiti sono saliti al Quirinale per incontrare il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che, dopo aver ascoltato le diverse posizioni, ha fatto sapere che serve più tempo. Dopo il Pd e Forza Italia è stata la delegazione della Lega a recarsi al Colle, poi, nel pomeriggio l'incontro con il Movimento Cinque Stelle.
MATTARELLA - "Farò trascorrere qualche giorno di riflessione, anche sulla base dell'esigenza di maggior tempo che mi è stata prospettata durante i colloqui da molte parti politiche" ha detto il Capo dello Stato Mattarella. "Sarà utile anche a me per analizzare e riflettere su ogni aspetto delle considerazioni che mi hanno presentato i partiti" e, ha aggiunto, "sarà naturalmente utile a loro perché possano valutare responsabilmente la situazione, le convergenze programmatiche", oltre alle "possibili soluzioni per dar vita a un governo".
DI MAIO - "Noi non proponiamo un'alleanza di governo ma un contratto di governo per il cambiamento dell'Italia " dice Di Maio al termine delle consultazioni. "E' un contratto sul modello tedesco e che noi proporremo perché vogliamo che le forze politiche si impegnino di fronte agli italiani sui punti da realizzare"."Il vantaggio che abbiamo di essere un movimento né di destra né di sinistra è quello di poter interloquire con coloro che vogliono fare le cose e vogliono migliorare la qualità della vita degli italiani", aggiunge . "Un contratto sul modello tedesco ci permette di individuare, sottoscrivendolo, non solo i temi ma anche i tempi e le procedure. Dopo il lavoro di interlocuzione con tutti i gruppi crediamo che un contratto per assicurare un governo il M5s lo può sottoscrivere o con la Lega o con il Pd, questi sono i nostri due interlocutori e sono alternativi, ci tengo a precisarlo", sottolinea.
SALVINI: "NO GOVERNI A TEMPO" - Il leader della Lega, Matteo Salvini ha ribadito il suo no "a governi a tempo o improvvisati" assicurando che "faremo di tutto per dare un governo che duri cinque anni". "Ovviamente partendo dal centrodestra che ha vinto le elezioni e, numeri alla mano, se vogliamo un governo che duri, coinvolgendo i Cinquestelle - ha osservato -. Non occorre uno scienziato per capire che altre soluzioni sarebbero temporanee e improvvisate".
Parlando delle consultazioni con Mattarella, il leader del Carroccio le ha definite "un incontro positivo, dove abbiamo espresso chiaramente una linea costruttiva". "Al Presidente della Repubblica abbiamo offerto dei sì - ha spiegato Salvini - non pensiamo a governi a tempo, improvvisati, raccogliticci. Lavoriamo e lavoreremo ad un governo che duri almeno cinque anni".
Salvini ha quindi sottolineato il suo no "a governi a tempo o improvvisati". "Se ciascuno rimane sulle sue impuntature, sui suoi personalismi e sui suoi ragionamenti personali o di partito il governo non nasce, e l'unica soluzione, che ovviamente noi non ci auguriamo, ma che non escludiamo, è quella delle elezioni" ha affermato, prima di lasciare il Quirinale a piedi.
LA LINEA DI FORZA ITALIA - Dal canto suo, il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi ha lasciato intendere che il nuovo governo dovrà essere guidato da Matteo Salvini, candidato premier della coalizione di centrodestra. "Questo esecutivo - ha detto - non potrà non partire dalla coalizione che ha vinto le elezioni, ovvero il centrodestra, e dal leader della forza politica più votata della coalizione, la Lega''.
Accompagnato dai capigruppo Anna Maria Bernini e Maria Stella Gelmini, dopo l'incontro con Mattarella, il leader di Forza Italia ha auspicato "un governo per le urgenze", ribadendo il suo no a nuove elezioni. "Serve un governo per le urgenze - ha detto - dal lavoro alla disoccupazione giovanile, dal divario Nord-Sud del Paese, alla spesa pubblica. Tutte urgenze che "richiedono" un esecutivo ''fondato su un programma coerente e soprattutto in grado di lavorare per un arco temporale adeguato''.
"Siamo disponibili a partecipare con una presenza di alto profilo a soluzioni serie basate su accordi chiari e su cose concrete, fattibili e credibili, in sede europea" ha sottolineato Berlusconi. Quell'Europa verso la quale "è certamente necessario avere un atteggiamento fermo e autorevole per tutelare gli interessi italiani meglio di come non sia stato fatto fino ad ora", che "non perdonerebbe certo populismi, dilettantismi e improvvisazioni. Queste sono le nostre condizioni. Su questo, non sulle poltrone, siamo disposti a dialogare per trovare una maggioranza capace di far uscire il Paese dalla crisi''.
LA POSIZIONE DEL PD - Prima di Forza Italia e Lega, a incontrare Mattarella è stata la delegazione del Pd, guidata dal reggente del partito, Maurizio Martina che ha rimarcato la posizione del Nazareno. "L'esito elettorale per noi negativo non ci consente di formulare ipotesi di governo che ci riguardino", ha detto Martina. Perciò il Pd " con coerenza, responsabilità e serietà" eserciterà l'"attività istituzionale di minoranza parlamentare".
"Si tratta di capire", ha aggiunto Martina, se le forze politiche che hanno vinto le elezioni "coerentemente siano in grado di avanzare ipotesi di governo praticabili. Lo dicano chiaramente, si facciano carico fino in fondo di una responsabilità". "Ancora in queste ore avvertiamo come gli atteggiamenti che queste forze hanno - ha osservato - sono più figli di un secondo tempo della campagna elettorale che non invece di una responsabilità nuova, che dopo il 4 marzo si è manifestata. Vorremmo dire chiaramente da qui che il tempo della campagna elettorale è finito".
La decisione non è ufficiale, ma si apprende da ambienti parlamentari del Pd, che l'intenzione sarebbe quella di non andare all'incontro annunciato oggi da Luigi Di Maio.