Sarebbe di oltre 500mila euro il buco dei rimborsi dei parlamentari 5 Stelle che, fin dall'esordio in politica, hanno fatto della restituzione dei propri stipendi il loro cavallo di battaglia. L'importo totale del fondo per il microcredito - al quale i pentastellati indirizzano i propri rimborsi - risulterebbe infatti inferiore alla somma dei bonifici effettuati. Perché? Perché "spesso i bonifici delle restituzioni sono farlocchi", sostiene un ex attivista M5S intervistato dalle Iene, secondo cui "ci sono alcuni parlamentari che dichiarano di aver fatto delle restituzioni e bonifici a favore del fondo per le piccole e medie imprese e invece non è vero".
Il codice etico del M5S prevede che ogni deputato pubblichi, sul sito www.tirendiconto.it, il suo stipendio e il rendiconto personale delle spese sostenute e dei bonifici effettuati ogni mese a favore delle piccole e medie imprese. Bonifici che dovrebbero essere la prova delle restituzioni avvenute. Peccato, però, che i conti non tornino in quanto, secondo la fonte anonima, i bonifici verrebbero annullati prima di essere accreditati. Stando a quanto emerso dall'intervista delle Iene, quindi, alcuni parlamentari 5 Stelle effettuerebbero il bonifico, pubblicherebbero il rendiconto sul sito, e poi, entro 24 ore, annullerebbero l'operazione bancaria bloccando così l'addebito del denaro.