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Gentiloni: "L'Italia si è rimessa in moto"

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28 dicembre 2017 | 11.07
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"Ritengo importante aver raggiunto l'obiettivo fondamentale del governo: aver portato a conclusione ordinata la legislatura". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, nella conferenza stampa di fine anno.

"Un'interruzione traumatica della legislatura sarebbe stata devastante" ha affermato il premier, sottolineando che ''nell'agenda della prossima legislatura non possono mancare ambizione e riforme''.

"L'ITALIA SI È RIMESSA IN MOTO" - "La verità - ha rimarcato - è che l'Italia si è rimessa in moto, il merito è delle famiglie, delle imprese, dei lavoratori, di chi studia e di chi si prende cura delle persone. Io uso spesso il verbo accompagnare, dobbiamo dirci che l'Italia si è rimessa in moto e lo ha fatto innanzitutto per merito degli italiani". Ora occorre, per il premier, "non dilapidare lo sforzo fatto" e questo è "il primo impegno che la politica e i governi che verranno devono assumersi" perché sarebbe "grave e irresponsabile non farlo".

"GOVERNO NON HA TIRATO A CAMPARE" - "Il mio governo - ha ricordato il presidente del Consiglio - è nato in circostanze molto difficili: la sconfitta nel referendum costituzionale, le dimissioni di Renzi, le divisioni nella maggioranza. Ma detto questo, non abbiamo tirato a campare, il mio governo - ha rivendicato - ha fatto pochi annunci ma non ha preso poche decisioni". "Al governo - ha proseguito - ho potuto contare su ministre e ministri di grande qualità, che hanno fatto un lavoro straordinario", a dimostrazione che "in Italia c'è una sinistra di governo, da Letta a Renzi al governo che io ho presieduto". Quanto a Renzi, "ha messo in campo un dinamismo e una capacità di riforme straordinari, lasciando in eredità anche pacchetti di decreti attuativi molto rilevanti".

"NON TIREREMO REMI IN BARCA" - "Il governo si affiderà alle indicazioni del Presidente della Repubblica. Sarà Mattarella a dettare tempi e modi dei prossimi passaggi istituzionali. I riflettori saranno puntati sulla campagna elettorale come è giusto che sia, ma assicuro che il governo non tirerà remi in barca. Nei limiti fissati dalla Costituzione, dalle leggi e dalla prassi il governo governerà" ha assicurato il presidente del Consiglio.

CAPITOLO DIRITTI - "Il capitolo dei diritti è purtroppo incompiuto, ma resta storico" ha detto ancora Gentiloni, rivendicando le misure sul reato di tortura, la legge sui minori non accompagnati, la legge sulla violenza nelle donne. E, in particolare, le leggi su unioni civili e biotestamento: "Sono in Parlamento da 17 anni e da 17 anni ne sentivo parlare. Sono contento di aver fatto parte di un governo che, quando ero ministro degli Esteri, ha approvato le unioni civili, e poi il biotestamento". Quanto allo ius soli, "pur avendoci lavorato, la verità semplice è che non siamo riusciti a mettere insieme i numeri" per approvare la legge. Non averla approvata "è un difetto dell'azione di governo, non sto dando la colpa a nessuno, ma non siamo riusciti".

BANCHE - Affrontando il capitolo banche, Gentiloni ha scandito: "Siamo intervenuti per salvare il risparmio, l'economia di interi territori e per evitare conseguenze di sistema. Altro che regalare soldi ai mariuoli! E lo abbiamo fatto con una frazione di risorse rispetto a quelle impiegate da altri Paesi europei. Penso a quanto hanno speso la Germania, la Spagna o l'Olanda". ''Il sistema italiano - ha proseguito - ha risolto le proprie crisi rilevanti, sta riducendo i propri crediti deteriorati, passati da 86 miliardi a 66 miliardi. Venti miliardi in meno'' e ''noi vigileremo perché l'attività di risanamento prosegua con il ritmo necessario".

Rispondendo a una domanda sulla mozione di sfiducia del Pd al governatore di Bankitalia e sull'assenza di tre ministri 'renziani' al Cdm che ha poi deciso la riconferma di Ignazio Visco, Gentiloni ha risposto: "Il Pd ha preso un'iniziativa parlamentare che io non ho condiviso e, come sapete, ho preso una decisione difforme. Per quanto riguarda la presenza dei ministri in Consiglio dei ministri le assenze sono frequenti. Potrebbe essere che quella avesse un significato politico. La politica è fatta di compromessi e di comprensione delle ragioni altrui, l'importante è che nelle decisioni fondamentali si abbia a cuore l'interesse del Paese".

BOSCHI - "Sì", è stato il premier Paolo Gentiloni a insistere affinché Maria Elena Boschi restasse al governo. A confermarlo lo stesso presidente del Consiglio, rispondendo a una domanda nel corso della conferenza stampa di fine anno.

"NON SIAMO PIÙ FANALINO DI CODA" - "Il fanalino di coda dell'Europa non siamo più noi. Se lo cercate, cercatelo altrove" ha detto Gentiloni in conferenza stampa.

MIGRANTI - Poi il tema immigrazione. "Siamo il Paese che contemporaneamente dimostra capacità di accoglienza (anche la notte di Natale) e l'orgoglio di saper infliggere colpi durissimi ai trafficanti. Questa è l'Italia" ha scandito. E "la capacità dell'Italia" di accogliere i migranti e colpire i trafficanti "è apprezzata in Europa, con un apprezzamento, per la verità, più da spettatori, ma son meglio gli spettatori che apprezzano di quelli che fischiano".

CAMPAGNA ELETTORALE - ''Io naturalmente oltre a svolgere il mio ruolo fondamentale, che sarà di presidente del Consiglio, sia pure in contesto di campagna elettorale e Camere sciolte, darò il mio contributo alla campagna elettorale del mio partito, che è il Pd'' ha detto Gentiloni. E alla domanda se intende proseguire il suo impegno alla guida del governo in caso di un esito incerto delle elezioni, ha replicato: "Qualsiasi cosa dica sarebbe usata contro di me. Il governo governerà, poi ci sono le elezioni, mi auguro un ottimo risultato" per il Pd "che consenta di fare un governo con le caratteristiche che io preferirei...". "L'ipotesi di un governo Gentiloni bis? Non intervengo sull'argomento..." ha detto il premier.

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