"Di Maio è incandidabile, avendo procedimenti penali in corso. E' vero che nel blog hanno scritto che le regole sono cambiate ma non è che le regole si possano fare ad personam, come si diceva un tempo di Berlusconi". Così all'Adnkronos Paolo Becchi, filosofo docente e ex ideologo del Movimento Cinque Stelle, commentando la notizia della candidatura a premier del vicepresidente della Camera Luigi Di Maio che, dopo una lunga attesa, è stata formalizzata oggi attraverso la sua pagina Facebook.
"Il non-statuto non è stato modificato, la Magna Charta del M5S non è cambiata - commenta Becchi - Di Maio sarebbe dal punto di vista giuridico non candidabile. Schermaglie giudiziarie o meno in Sicilia il giudice ha sospeso l'elezione di Cancelleri". Potrebbe succedere qualcosa di simile con Di Maio? "Non lo so, forse nessuno farà una cosa del genere, ma - sottolinea l'ex ideologo dei Cinque Stelle - resta che un Movimento che non rispetta le sue regole perde di credibilità e coerenza".
"Il problema è perché Grillo proprio ora ha deciso di farsi da parte - dice ancora Becchi - Questo potrebbe indebolire il M5S sia alle regionali in Sicilia sia alle politiche del prossimo anno. E' strano che abbia fatto un passo così prima di queste scadenze. Tutti pensavano che si sarebbe fatto da parte ma dopo questi due appuntamenti. Ci devono essere motivi molto forti e credo possano essere privati o non politici, ma è una mia semplice supposizione".
"La cosa da chiedersi è che cosa abbia portato Grillo ad uscire di scena in una fase così delicata - sottolinea Becchi - poteva sottolineare la volontà di restare con un ruolo di garante ma non ha chiarito al momento tutti questi aspetti. Del resto è dall'estate che non lo si sente più. Una lacerazione interna? Non credo si possa ricercare lì il motivo".
"Sicuramente resterà come fondatore ma non avrà più quell'immagine che aveva prima - prosegue - Dev'esserci qualcosa di profondo che lo spinge a lasciare, un elemento scatenante che lo ha costretto a ripensare il suo impegno all'interno del movimento".
Secondo Becchi "un altro problema è che il candidato premier verrà nominato capo politico del M5S: al momento è Beppe Grillo ma se da fine settembre il capo politico dei Cinque Stelle non sarà più Grillo ma Di Maio questa secondo me è una trasformazione notevole. Il dato di fatto è che ci troviamo di fronte, dopo tanti passi di lato, a un passo indietro di Grillo".
"La domanda è se alle prossime elezioni politiche ci sarà un forte impegno di Grillo o se ha già deciso di mollare - conclude Becchi - Il grosso problema è che Di Maio, per quanto molto cresciuto politicamente, non ha il carisma di Grillo e facendosi da parte lui determina una grossa incognita per il movimento".
GALLO: GRILLO DEVE RIMANERE CAPO POLITICO - "Beppe Grillo deve rimanere il capo politico del Movimento 5 Stelle" dice all'Adnkronos il deputato M5S Luigi Gallo, che oggi, commentando le regole per la selezione del candidato premier 5 Stelle, sul suo profilo Fb ha scritto "dal Movimento di Beppe Grillo a quello di Luigi Di Maio".
"Beppe ha svolto un ruolo di garanzia, di crescita della comunità, di indipendenza", sottolinea il parlamentare campano. "Auspico che tutti i portavoce che si candidano dichiarino di declinare il ruolo di capo politico e di concentrarsi sul ruolo di candidato presidente del Consiglio", conclude Gallo.