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Legge elettorale, il patto va in frantumi

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08 giugno 2017 | 11.41
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Il patto tra Pd-M5S-Forza Italia e Lega ha ceduto e, al primo voto segreto della mattina in aula alla Camera, la maggioranza che aveva trovato un'intesa (a questo punto apparente) sulla legge elettorale è andata sotto.

E' stato un emendamento di Fi a prima firma Michaela Biancofiore (e con un testo analogo anche dal deputato M5S, Riccardo Fraccaro) sulla disposizione dei collegi elettorali del Trentino Alto Adige - e sul quale i relatori avevano espresso parere contrario - a mandare la 'maggioranza' in pezzi: i favorevoli sono stati 270, i contrari 256 e un astenuto, facendo quindi passare l'emendamento.

TONINELLI - "Questo era un emendamento di giustizia perché applica la legge elettorale al Trentino. Cosa volevate, che il Trentino fosse un feudo del Partito democratico? Il Movimento 5 Stelle non voterà mai contro norme di giustizia" ha detto in Aula il parlamentare pentastellato Danilo Toninelli.

DI BATTISTA - "E' una follia assoluta del Pd, che sa di avere franchi tiratori su un emendamento sul Trentino Alto Adige; ce ne avrà il doppio su voto disgiunto e magari triplo sulle preferenze. Il Pd sta in una situazione drammatica che oggi si è appalesata. Il Pd è disperato e deve dire 'salta tutto per colpa dei cinque stelle'" ha detto Alessandro Di Battista, commentando lo scivolone in Aula della Camera.

DI MAIO - "Noi vogliamo dare una legge elettorale costituzionale a questo Paese. Lo abbiamo detto all'inizio di questo percorso, i nostri iscritti si sono espressi con un voto in rete e non c'è nessun passo indietro" scrive su Facebook il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio.

FICO - "C'è il rischio che salti tutto. Il problema è nel Pd. Noi siamo granitici. Ma i dem sono divisi: una banda contro l'altra" dice Roberto Fico (M5S). "La maggioranza non ha tenuto su un emendamento semplicissimo. Ora probabilmente sospenderanno tutto e i tempi verranno compressi. Noi comunque, ci siamo, come ci siamo stati in commissione. E ora la parole toccherà on line ai nostri iscritti. E' una cosa giusta".

ROSATO - Ora è necessario verificare "se ci sono le condizioni per proseguire la discussione sulla legge elettorale o che questa debba essere rimandata in commissione" ha poi affermato in Aula il capogruppo del Pd, Ettore Rosato.

Di "trappola organizzata dai 5 Stelle che non hanno mai voluto fare la legge e che non vogliono andare a votare" ha parlato ancora Rosato, spiegando perché quella dei 5 Stelle oggi sarebbe "una trappola" per interrompere l'iter della legge elettorale. Perché il voto sull'emendamento Biancofiore-Fraccaro non è una semplice votazione in cui, come capita, la maggioranza va sotto. Ma va contro quanto chiesto dai 17 senatori Svp; e andare avanti con quella modifica, ha spiegato Rosato, significa "far cadere il governo".

"Il Pd, che ha rappresentato Svp nei lavori sulla legge elettorale, ha sempre chiesto una unica cosa: non incidere sulla legge del Trentino. Una richiesta di Svp i cui voti sono indispensabili" per la maggioranza che sostiene il governo al Senato, ha argomentato Rosato.

"I 5 Stelle non hanno mai detto nulla sulla questione, anzi sono stati d'accordo con noi in commissione a non toccare la legge del Trentino e oggi, sapendo che andando a toccare quel punto avrebbero di fatto bloccato la legge, hanno organizzato la trappola in aula. E' evidente la loro operazione - ha sottolineato il capogruppo Pd - per far fallire la legge elettorale".

Intanto Mdp e Ap si scagliano contro l'annunciato proposito del M5S di filmare con il telefonino i propri deputati al momento in cui in aula verranno fatte delle votazioni a scrutinio segreto. Questo per fugare ogni dubbio, hanno precisato prima dell'inizio della seduta sulla legge elettorale, che possano essere additati come franchi tiratori.

LA FORGIA - "Non so se è il caso di scomodare la storia - ha affermato il capogruppo di Mdp, Francesco Laforgia - ma vorrei ricordare al M5S che fu Benito Mussolini nel 1939 ad abolire il voto segreto nella Camera dei Fasci e della Corporazioni. Penso che se questa notizia fosse vera sarebbe una gravissima violazione della segretezza e dell'autonomia dei parlamentari. Chiediamo alla presidenza di vigilare".

BOLDRINI - "Non corriamo dietro le agenzie - ha aggiunto Maurizio Lupi, capogruppo di Ap - ma le chiediamo di garantire la segretezza del voto". Lapidario il commento della presidente Laura Boldrini. "Chi presiede non ha il tempo di leggere le agenzie in tempo reale".

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