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In 7 comuni non si vota: nessuno vuole fare il sindaco

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30 maggio 2017 | 17.44
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Sindaco cercasi disperatamente. Sono oltre mille le amministrazioni che andranno al voto l'11 giugno, mentre in sette Comuni alle urne non si andrà per un motivo molto semplice: nessuno si è candidato. E così, in quegli enti, sono arrivati i commissari. E' accaduto soprattutto al Sud, ma anche al Nord si è verificato qualche caso. In particolare, le elezioni non si terranno per mancata presentazione delle liste a Elva (Cuneo), Cencenighe Agordino (Belluno), Penna San Giovanni (Macerata), Faeto (Foggia), Austis (Nuoro), Soddì (Oristano) e San Luca (Reggio Calabria).

San Luca, piccolo centro della Locride che diede i natali allo scrittore Corrado Alvaro, è salito più spesso tristemente alla ribalta delle cronache perché teatro dal 1991 di uno scontro violentissimo tra due clan della 'ndrangheta calabrese, i Pelle-Vottari-Romeo e gli Strangio-Nirta. Sciolto per infiltrazioni mafiose nel 2013, da allora è amministrato dal commissario e pure questa tornata elettorale è saltata per assenza di candidati.

Anche ad Austis (Nuoro) non si va alla urne da parecchio tempo: l'ultima amministrazione eletta, guidata dall'ex prima cittadina Lucia Chessa, è stata votata nel 2010. Poi, dal 2015, più nulla.

"Io sentivo di aver assolto il mio compito, quello del risanamento del bilancio, e ho fatto capire, durante il resoconto della mia attività, di non essere interessato a proseguire in questa avventura - spiega all'Adnkronos l'ormai ex sindaco di Penna San Giovanni Giuseppe Mancinelli - Non immaginavo che nessuna lista sarebbe stata presentata, solo nell'imminenza dello scadere dei termini per le candidature mi sono reso conto che non c'era nessuno".

"Mi sono sentito davvero responsabile e, in qualche modo, colpevole della situazione così mi sono mosso per approntare una lista adeguata e un paio di giorni prima della scadenza dei termini ci ero riuscito", racconta. Poi però Mancinelli ha dovuto rinunciare a correre di nuovo a causa di gravi problemi familiari. "Mio figlio ha avuto un gravissimo incidente", spiega.

"Questa è una lezione per i cittadini - osserva Mancinelli facendo riferimento a dissapori che hanno portato alla mancanza di candidature - Oggi hanno capito l'importanza dello stare uniti".

Amareggiato è l'ex sindaco di Faeto (Foggia) Antonio Melillo: "Io non mi sono ricandidato perché stanco, sono arrivato alla fine del mandato esausto e privo di entusiasmo". Il perché nessuno si sia fatto avanti, secondo Melillo, è legato a un insieme di sentimenti: "Gelosia, invidia, arroganza e presunzione. I candidati c'erano ma mettere insieme le persone non è facile".

C'è stato un "disinteresse totale - commenta l'ex primo cittadino - nessuno vuole rimboccarsi le maniche per lavorare: è troppo facile discutere e non scendere in campo, ci sono molti moralisti ma non ci sono attivisti seri".

"Certo, è un lavoro impegnativo e non è remunerativo - sottolinea - Ma non penso sia questo il motivo" delle mancate liste. "Mi dispiace - conclude Melillo - non ci ho dormito per due notti".

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