A un anno dalla sua approvazione, il Consiglio dei Ministri ha deciso di cancellare il comma 2 della legge 211 sugli appalti, che avrebbe come conseguenza la riduzione dei poteri dell'Anac in materia di vigilanza. Senza quel comma, di fatto l'Autorità nazionale anticorruzione guidata da Raffaele Cantone, verrebbe ridimensionata. Una decisione sulla quale Palazzo Chigi ha assicurato di volere porre rimedio già in sede di conversione del Dec.
Ma cos'è l'Anac e di cosa si occupa? L'Autorità nazionale anticorruzione è nata con il decreto legge n.90/2014 convertito in legge n.114/2014 che ha soppresso l'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture (Avcp). Si tratta di un'autorità amministrativa indipendente composta da 5 membri, di cui uno è presidente, che rimangono in carica sei anni. L'ultimo Consiglio, nominato nel 2014, è costituito dal presidente Raffaele Cantone, il Consigliere di Stato Michele Corradino e i docenti Ida Angela Loredana Nicotra, Francesco Merloni e Nicoletta Parisi. L'Autorità si avvale anche di un organo ausiliario, la Camera arbitrale, costituita da docenti universitari di materie giuridiche.
La sua missione è quella di prevenire la corruzione nell'ambito delle amministrazioni pubbliche, nelle società partecipate e controllate anche mediante l'attuazione della trasparenza in tutti gli aspetti gestionali, nonché mediante l'attività di vigilanza nell'ambito dei contratti pubblici, degli incarichi e comunque in ogni settore della pubblica amministrazione che potenzialmente possa sviluppare fenomeni corruttivi, evitando nel contempo di aggravare i procedimenti con ricadute negative sui cittadini e sulle imprese, orientando i comportamenti e le attività degli impiegati pubblici, con interventi in sede consultiva e di regolazione.