Elezione a sorpresa di Salvatore Torrisi (Ap) alla presidenza della commissione Affari costituzionali. Il presidente facente funzioni è stato quindi promosso a pieno titolo al vertice del cruciale organismo che si occuperà, tra l'altro, di legge elettorale, ottenendo 16 voti, mentre il candidato del Pd, Giorgio Pagliari si è fermato a 11. Due senatori di Ala non hanno partecipato alla votazione e c'è stata una scheda bianca.
Torrisi, che si insedia nel posto che è stato di Anna Finocchiaro prima della promozione a ministro del governo Gentiloni, in mattinata aveva rinunciato alla candidatura e Ap si era impegnata votare il candidato dem.
"Ciò che è successo in prima commissione al Senato è molto grave dal punto di vista politico. E' il tradimento di una normale modalità di stare insieme in maggioranza. Siamo molto preoccupati per quello che è avvenuto". Lo dice Lorenzo Guerini, coordinatore della mozione Renzi.
Il voto al Senato sulla presidenza della prima commissione, continua Guerini, "non è un elemento facilitatore per la legge elettorale. Mi auguro ci sia da parte di tutti una valutazione responsabile sul prosieguo dei lavori", aggiunge il coordinatore della mozione Renzi.
"Gentiloni è il nostro presidente del Consiglio con lui vogliamo confrontarci sulla maggioranza di governo". Così Matteo Orfini sull'incontro chiesto dal Pd al premier Paolo Gentiloni e al presidente Sergio Mattarella dopo quanto accaduto oggi in Senato.
ALFANO - "Le modalità della elezione del collega Torrisi, espressione in larga misura del voto delle opposizioni, ci inducono a chiedere all'interessato la rinuncia all'incarico. La elezione del senatore Salvatore Torrisi a presidente della commissione Affari Costituzionali è senz'altro un segno di stima da parte dei colleghi per il lavoro svolto in questi anni. Stima meritata e condivisa". Lo dichiara il presidente di Alternativa popolare, Angelino Alfano.
"A questa elezione, però - aggiunge - noi di Alternativa Popolare non abbiamo contribuito perché leali agli accordi di maggioranza cui abbiamo sempre corrisposto. In base a questi accordi, in successione alla senatrice Anna Finocchiaro, spettava al Pd esprimere la presidenza. Noi abbiamo dunque votato per il senatore indicato dal Pd. Ai fini della nostra richiesta al senatore Torrisi, poco importa se, come pare, all'interno del Pd vi siano stati voti in dissenso dalla indicazione ufficiale di quel gruppo parlamentare".
"Ciò che importa - conclude - è evitare ogni impropria interpretazione di un episodio parlamentare che può essere foriero di equivoci volontari o involontari. Ecco perché siamo fiduciosi che il senatore Torrisi possa accogliere questa richiesta del suo movimento politico".