"Mi sono dunque rivolto e mi rivolgo a tutti quelli che hanno buon senso. Al segretario e a tutti coloro che lo hanno sostenuto dico: non date seguito alle infauste conclusioni dell'ultima direzione . Fermatevi". Lo scrive Pier Luigi Bersani in una lettera all''Huffington Post'.
L'ex segretario del Pd torna a proporre il percorso del congresso da giugno e voto nel 2018, tempi adeguati per affrontare una discussione nel partito. "Questo percorso - scrive - semplice, logico e utile al Paese, viene inopinatamente e incomprensibilmente stravolto. Viene messa una spada di Damocle sul nostro stesso governo. Si trasforma il percorso congressuale in una immediata e rapida conta, cancellando così ogni ipotesi di riflessione strategica e bruciando l'unica possibilità di una correzione di rotta. Nel pieno fra l'altro di una discussione parlamentare sulla legge elettorale che in queste condizioni rischia il binario morto e nell'incombenza di rilevantissime elezioni amministrative".
"Ecco allora la domanda di fondo. Tutto questo perché? Qual è la ragione di questo stravolgimento? Esiste una motivazione comprensibile e pronunciabile? No. I commentatori infatti attribuiscono quanto accade alla intenzione del segretario di 'non farsi logorare'. Non c'entrano nulla 'l'astio o il rancore verso Renzi'. Stravolgeremo dunque tutto il percorso per le esigenze o le velleità di una persona sola? No. Prima il Paese, poi il partito, poi le esigenze di ciascuno. Questo criterio, per me e per tanti, e spero per tutti noi, è la base stessa della politica. Se noi non teniamo ferma questa sequenza - conclude Bersani - non siamo più il Pd".