Cosa succede al 'sogno europeo', l'Europa è morta? "Certo la mia Europa sì. Ma spero che la crisi la svegli. Ora possiamo solo aggiungere: preghiamo... L'augurio è di poter ancora costruire un'Europa che possa reggere, anche se non con un ruolo da leadership come speravo, il confronto con i giganti del mondo". Romano Prodi non si fa troppe illusioni sul futuro dell'Unione, sempre più divisa ormai tra interessi nazionali e chiusure politiche, con la Gran Bretagna che ha accelerato il processo di distacco deciso con il referendum.
"Sono stato dispiaciuto dalla Brexit - ha detto l'ex presidente della commissione Ue in un'intervista a 'Qn' - ma non stupito. Il fatto nuovo è che c'è l'incoraggiamento americano alla Brexit. Una interferenza inedita, secondo me, di poco stile. Dal punto di vista politico conta il fatto che il futuro presidente degli Stati Uniti ritenga la mossa della Gran Bretagna un fatto positivo".
In Europa, continua Prodi, "dovrebbe esserci una strategia unica. Il vero problema è che, anche stavolta, difficilmente ci sarà una politica comune". "Ci vorrebbe un leader vero - osserva infine l'ex presidente del Consiglio - che si mettesse nei panni di tutti. Chi guida una coalizione politica e una unione di Paesi si deve rendere conto degli interessi di tutti. Mi riferisco alla Merkel".