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Referendum, ambasciatore Usa: "No sarebbe passo indietro"

John Phillips (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
John Phillips (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
13 settembre 2016 | 11.35
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La vittoria dei 'no' nel referendum sulle riforme costituzionali sarebbe un "passo indietro" per attrarre gli investimenti stranieri in Italia. Questo il giudizio dell'ambasciatore Usa in Italia, John Phillips, intervenuto a Roma ad un convegno al Centro studi americani.

Dagli Stati Uniti, dice Phillips, si osserva il dibattito in corso nel nostro paese e il referendum è considerato una "decisione italiana". Ma, aggiunge l'ambasciatore, "l'Italia deve garantire di avere una stabilità di governo" per attrarre investimenti stranieri. Perché, prosegue Phillips, "63 governi in 63 anni non danno garanzie". Per Phillips, "il referendum offre una speranza e una opportunità per la stabilità di governo".

Gli amministratori delegati delle grandi aziende, sottolinea Phillips, "stanno osservando" quanto avviene in Italia. Quanto al premier italiano, Matteo Renzi, Phillips rimarca che 'Con la sua leadership l'Italia ha svolto un ruolo importante'' nel mondo.

Renzi, ricorda Phillips, sarà a Washington il 18 ottobre per partecipare ad una cena ufficiale alla Casa Bianca, l'ultima offerta dal presidente Barack Obama prima che la sua presidenza si concluda. Il premier italiano, afferma ancora Phillips, ''è considerato con grandissima stima da Obama che apprezza la sua leadership''.

"Il signor ambasciatore Usa si faccia gli affari suoi e non interferisca, come troppe volte è già accaduto in passato, nelle vicende interne italiane - ha detto il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini - Spero che a novembre vinca Trump che ha già garantito che si occuperà delle questioni di casa sua. Se a votare sì al referendum sono i massoni, i banchieri e i poteri forti allora ancora più convintamente ci schieriamo per il no, ovvero per la libertà e il bene degli italiani".

Sulla stessa lunghezza d'onda si è espresso il senatore di Forza Italia, Altero Matteoli : "Quella dell'ambasciatore Usa in Italia, più che un auspicio, è un' entrata a gamba tesa ingiustificata negli affari interni dell'Italia - ha evidenziato il senatore - eseguita su delega di un presidente alla fine del suo mandato. Peraltro, è fondata su una valutazione errata della riforma costituzionale, che in realtà non produrrebbe, se approvata, gli effetti sperati dal diplomatico".

"Il bicameralismo - aggiunge Matteoli - non si supera, e i tempi legislativi rischiano addirittura di allungarsi, mentre si privilegia una presunta stabilità offendendo uno dei principi basilari della democrazia: la rappresentanza".

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