"Riteniamo che oggi il nostro compito non sia più necessario". Così Paola Taverna, Fabio Massimo Castaldo e Gianluca Perilli hanno annunciato sul blog M5S di lasciare il minidirettorio. "Come portavoce e attivisti del MoVimento 5 stelle - scrivono i tre - abbiamo accettato con senso di responsabilità ed entusiasmo il compito di supportare Virginia Raggi per coadiuvarla nelle scelte giuridicamente più complesse e delicate che il sindaco di una città come Roma si trova ad affrontare nei primi mesi del suo mandato".
"Sono stati mesi intensi e difficili" hanno scritto. "Mesi in cui non sono mancati neanche i dibattiti interni e le divergenze di opinione, come è giusto che sia in un movimento che ha fatto dell'orizzontalità e della democrazia diretta i suoi obiettivi e valori, ma -sottolineano- sempre animate da uno spirito franco e costruttivo: non abbiamo mai omesso di esprimere con zelo e meticolosità il nostro punto di vista. Oggi quella macchina amministrativa è partita ed è giusto che ora proceda spedita"
"I gravi problemi della Capitale, vessata da anni di malapolitica, continueranno ad avere per noi l'attenzione che meritano. Auguriamo al sindaco e alla sua squadra i migliori successi, nell'interesse della città e della cittadinanza tutta".
Taverna, io torno a fare la senatrice - "Come ha detto Beppe vigileremo sulla Raggi, ma io torno a svolgere il mio ruolo: faccio la senatrice" ha detto la senatrice Paola Taverna, all'Adnkronos. "E' giusto che Virginia faccia il sindaco di Roma -aggiunge- vada avanti con la sua giunta insieme a tutti i cittadini romani".
La vicenda - Già ieri sera, mentre Beppe Grillo saliva sul palco a Nettuno mostrando l'unità del direttorio, a quanto apprende l'Adnkronos, il minidirettorio era riunito e prendeva la sua decisione: "Il nostro è un organo monco, molliamo", la riflessione corale dello staff chiamato ad affiancare la sindaca, decisione già nell'aria da giorni. Da un lato c'è una "giunta che va per conto suo", dall'altro un direttorio "che ci sconfessa".
Ad acuire la crisi, la mail e gli sms rimbalzati sui media. La senatrice Paola Taverna si sente sotto accusa, in un post minaccia querela contro chiunque sostenga che la fuga di notizie arrivava da lei. Fuga, raccontano, che ha dato vita a una vera e propria caccia alle streghe nel Movimento, nel mirino anche la comunicazione. Mandando su tutte le furie Beppe Grillo. Ormai la situazione appare insanabile. E lo è da mesi, da quando si consumò lo strappo con Roberta Lombardi, che si chiuse la porta alle spalle causa le incomprensioni con la sindaca.
Ora, ragionava ieri il minidirettorio in una riunione a tratti drammatica, "Virginia deve andare avanti da sola, suoi gli oneri e gli onori. Ma noi a fare da pungiball non ci stiamo. Il lavoro l'abbiamo fatto è al meglio, ma qui prendiamo solo schiaffi". Da qui la scelta: Paola Taverna, Massimo Castaldo e Gianluca Perilli lasciano. Viene scritto un post per annunciare la decisione, poi 'ritocchi' e aggiustamenti per non compromettere ulteriormente una situazione che a tratti sembra irrecuperabile.