L'ordine di scuderia, al momento, è quello di minimizzare ma dalle parti di palazzo Chigi ci si aspetta che le polemiche sul caso Zanetti siano destinate a crescere. Per ora, si dice nella maggioranza Pd, nessuno ha pronunciato la parola 'dimissioni', anzi si fa sapere che la competenza del viceministro all'Economia è apprezzata ma "vediamo come cresce la cosa e poi non si può escludere niente...".
La minoranza Pd, da parte sua, tiene alta la guardia sulla faccenda. "Potrebbe esserci anche un atto formale", spiega Davide Zoggia. Non una mozione di sfiducia ma magari un documento nel quale si chiede chiarezza. "Renzi parla tanto di innovazione e qui siamo di fronte a un'operazione di trasformismo della peggiore Prima Repubblica. Poi dici che c'è disaffezione nei confronti della politica e che gli elettori ti vedono come establishment di Palazzo...", rincara Zoggia.
Nella sinistra dem spiegano che la questione ha due ordini di problemi. Il primo, quello denunciato già ieri da Roberto Speranza, riguarda il passaggio da Scelta Civica a Ala: "Ala ha un viceministro, quindi? Allora vuol dire che Verdini è entrato in maggioranza". Ma se anche non fosse così, "che senso ha un viceministro che non rappresenta nemmeno una forza politica, pure piccola, ma solo una pattuglia di deputati?".
Per il senatore Federico Fornaro, sulla vicenda Zanetti "va fatta assolutamente chiarezza. Non diventi il cavallo di Troia con cui Ala e Denis Verdini entrano in maggioranza. Il Pd non può prestarsi a dare il fianco a operazioni trasformistiche del genere", sottolinea il senatore della minoranza Pd che martedì mattina presenterà con il collega deputato Andrea Giorgis una proposta sulla legge elettorale.
"Non un ritocco dell'Italicum - specifica - ma una nuova legge elettorale. Un contributo alla discussione in corso che auspichiamo si concretizzi nella sedi dedicate, ovvero il Parlamento". Fornaro non anticipa i dettagli della proposta ma, spiega, si muove sulla linea di conciliare "governabilità e rappresentatività".
La minoranza Pd, insomma, non molla la presa sulla vicenda Zanetti. Dai vertici dem, al momento, prevale il silenzio nella consapevolezza che presto, però, occorrerà mettere mano alla cosa. "Dal punto di vista parlamentare - si osserva - non cambia nulla perché Scelta civica non c'è al Senato". Le cose potrebbero complicarsi, si fa notare, se Ala dovesse impuntarsi sul fatto che Zanetti resti al suo posto al governo. Ala, a differenza di Scelta Civica, è ben rappresentata a palazzo Madama ed è già stata determinante nel sostegno alla maggioranza in aula.