Il referendum "è cruciale non per il destino di qualcuno ma per la credibilità della classe politica italiana". E' quanto ha detto il premier Matteo Renzi alla Direzione del Pd, aggiungendo che per raggiungere l'obiettivo "mancano un centinaio di firme". "Questo referendum non è conosciuto dai cittadini perché nessuno pone la questione del quesito, della domanda, e lo si trasforma da chi vuole il no in un derby personale". "Chi mi dice 'Renzi non deve personalizzare' faccia una cosa: personalizzi lui, faccia i banchetti perché questo referendum sia di tutti".
Riforme - "Non credo alla discussione sulla personalizzazione, ormai è un refrain" ha detto Renzi. "Se c'è qualcuno tra di voi che pensasse che dopo che questa legislatura, nata in questo modo, nel caso in cui il referendum si concludesse con il no da parte del presidente del Consiglio, e io aggiungo il governo e anche il Parlamento, non ci sia una presa d'atto.... Se qualcuno c'è gli faccio gli auguri", ha spiegato il premier. Renzi ha spiegato ancora: "Il problema non è cosa accade a me, ma al Paese e alla credibilità della classe politica. E non è una minaccia o una preoccupazione, un ricordati che devi morire".
Terrorismo - Nella sfida al terrorismo, ha detto Renzi, dopo il minuto di silenzio della Direzione in onore delle vittime dei recenti attentati, "non servono analisi demagogiche da fare nei talk show, ma serve creare le condizioni perché quei valori che hanno fatto grande l'Europa possano essere difesi. Dobbiamo essere orgogliosi del fatto che il Pd ha proposto un euro in sicurezza e uno in cultura: una piccola cosa, ma dobbiamo rilanciare su questo".
Banche - "Noi salviamo i conti correnti degli italiani e ci prendiamo gli insulti della demagogia grillina. Spiace che altri cadano su una lettura superficiale e indecente di quello che è accaduto" ha detto Renzi. "Sono assolutamente ingiustificate le polemiche che anche alcuni di noi hanno fatto, riprendendo lo storytelling del M5s, fatte di superficialità -ha spiegato il premier-: noi non abbiamo salvato i banchieri ma i correntisti. Noi salviamo i conti correnti degli italiani, non abbiamo fatto sconti, noi guardiamo con la testa alta chiunque su questo terreno. Salvare i correntisti non significa fare lobby, ma l'interesse dei cittadini".
L'Europa - "La nostra visione europeista non è contro l'interesse nazionale, che difendo - ha detto Renzi -. Sono pronto a litigare con tutti, senza un atteggiamento subalterno, se c'è bisogno di dire la propria si dice perchè l'interesse nazionale non è una parolaccia, e in molti casi quello italiano coincide con una visione europeista a differenza di altri". "L'Italia può fare tutto ma non riaprire le pagine del passato", ha aggiunto il premier sottolineando: "Se in passato fossimo stati più attenti sulla Forneno e meno sulle Banche oggi vivremo meglio". Per Renzi, "il punto vero è che l'Italia deve fornire una agenda sullo sviluppo europeo che non deve essere ignorata".
Il Partito - "Se volete che lasci non avete che chiedere un Congresso e vincerlo - ha detto Renzi -. Se volete dividere la carica di segretario da quella di candidato premier proponete una modifica statutaria. Io, come sempre, sarò in prima fila al fianco di chi vincerà". "La stagione in cui uno, dall'alto della sua intelligenza, pensa di abbattere il segretario è finita. La strategia del conte Ugolino non funziona: se volete i caminetti prendete un altro segretario, perché con me si aprono le finestre. Da Prodi e Veltroni, ho sempre detestato chi attacca il segretario senza una strategia alternativa: se hai i numeri, il partito è di tutti", ha sottolineato il premier. "Altri litigano nel chiuso delle stanze, non hanno il coraggio di aprirsi, fingono di essere una falange e appaiono come tale - aggiunge -. Noi valorizziamo solo quello che ci divide, questo nella società della comunicazione è un problema che esiste".
Gli auguri alla Raggi- "Non ho condiviso le parole di De Luca sulla Raggi, che merita il nostro augurio di buon lavoro - ha detto Renzi -. Il fatto che altri non utilizzano il nostro stile deve far riflettere gli altri, non noi".