"Dopo un risultato come quello di Roma credo che solo una cosa non si possa fare: discutere per finta. Abbiamo il dovere della sincerità. Che significa riconoscere gli errori, ma anche ricostruire i fatti con precisione per evitare di sbagliare ancora. E vale per tutti, prima di tutto per me. Provo a dare il contributo iniziale". Lo scrive Matteo Orfini in un lungo post su Facebook.
Il commissario del Pd romano parte dalla fase Marino il cui "limite più forte" è "aver pensato che Roma finisse con le Mura Aureliane. Chiunque abbia girato la città in questa campagna elettorale sa che i romani in periferia non ci criticavano per aver dimesso Ignazio Marino, ma per averlo eletto" e "recuperare il distacco che si è creato con una parte così larga della città non è un lavoro semplice" ma "in questa campagna elettorale si è cominciato a vedere un partito nuovo, aperto a esperienze civiche, che ha saputo rimettersi in gioco e in discussione" ed ora "guai a fare l’errore del dopo Rutelli, guai a chiuderci e a ripartire ancora una volta da tessere e preferenze".
"Prima delle elezioni ho ricordato a tutti che entro ottobre avremmo dovuto convocare il congresso, perché questo prevedono le nostre regole. E questo accadrà. Quella sarà la sede in cui faremo le scelte, ma è ovvio che abbiamo bisogno di discutere, da subito". Infine "ci tengo a ringraziare Roberto Giachetti. Ieri ha detto che la sconfitta è solo sua. Non è vero. Insieme abbiamo combattuto, abbiamo raggiunto un ballottaggio non scontato. E abbiamo perso, di tanto. Ma l’abbiamo giocata fino all’ultimo minuto". Ora "Virginia Raggi è il sindaco di Roma. Ha avuto un grande risultato e gliene diamo atto. Le faremo una opposizione dura e costruttiva, ma senza sconti".