Lo sciopero della fame e della sete come atto di denuncia politica e disobbedienza civile. Nessuno come Marco Pannella è riuscito a farne un efficace strumento di battaglia, soprattutto mediatico, a sostegno della legalità per attirare l'attenzione sul dramma delle carceri e il disastro della giustizia in Italia. In questi anni di militanza si sprecano le'iniziative non violente' dello storico leader dei radicali.
L'ultima risale all'agosto scorso, quando Pannella, 85 anni compiuti a maggio, aveva deciso di non mangiare e bere ''per il rispetto e il diritto della legalità, per la giustizia, i processi e i problemi legati al mondo carcerario''.
Solo l'intervento del capo dello Stato, Sergio Mattarella lo aveva fatto desistere. Il presidente della Repubblica, infatti, lo aveva chiamato per informarsi dello stato di salute. Anche ad aprile 2014 Pannella si era privato di cibo e acqua per chiedere il miglioramento delle condizioni dei detenuti: durante lo sciopero fu ricoverato per un’operazione all’aorta addominale e ricevette la chiamata di Papa Francesco.
Il leader radicale ha rivelato di essere divenuto amico del pontefice argentino e di ammirarlo per aver inserito il reato di tortura nell'ordinamento vaticano e per il tentativo di arginare la pedofilia ecclesiastica. Nell'ottobre scorso l'allora presidente della Repubblica in carica Giorgio Napolitano si rivolse alle Camere lanciando un appello sull'emergenza carceri, ricordando l'impegno dei radicali.
Tra i moltissimi scioperi tenuti in segno di protesta, il più lungo è quello fatto da Pannella nel 2011 per chiedere un'amnistia contro le condizioni dei detenuti: allora 81enne, digiunò quasi completamente, ingerendo solo liquidi, per circa tre mesi dal 20 aprile al 19 luglio. Il primo digiuno, raccontano, dovrebbe essere quello del 1969, a favore del divorzio.