Polemica tra il vice presidente della Camera, membro del direttorio M5S, Luigi Di Maio e il Pd sul fondo per le vittime della mafia. Ieri, nel giorno dell'anniversario della morte di don Peppe Diana, Di Maio ha accusato il governo Renzi di aver bloccato i fondi per risarcire i familiari delle vittime di mafia. Oggi i dem chiedono le sue dimissioni mentre il vice presidente della Camera rilancia invocando l'intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Sulla vicenda interviene anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi. "C'è chi utilizza il riferimento alla mafia, la vicenda di mafia capitale per farci campagna elettorale, ma dove c'è la mafia, la camorra, la 'ndrangheta, una politica seria non gioca a fare i rinfacci ma prova a sconfiggerla insieme", dice il premier al secondo congresso nazionale dei Giovani democratici, tornando su quanto accaduto ieri. "Pensare davanti ai martiri - sottolinea - che si possa utilizzare una cerimonia" per tirare addosso agli altri "è il segno più meschino e misero a cui può arrivare la politica".
Il premier ricorda che don Peppe Diana era capo degli scout, "anch'io ero scout, per alcuni di noi è stato un punto di riferimento. Io mi ricordo quelle marce, e ho i brividi. Non consentite a nessuno di strumentalizzare i martiri - invita poi i giovani dem - di essere così tristemente meschini da dover strumentalizzare. Noi rispondiamo che le vittime, i martiri non sono lì per essere chiamate in ballo, perché ci sono limiti oltre i quali non si può andare. Mai arrivare al punto di strumentalizzare le vittime, fermatevi prima, un minuto prima".
In un video postato su Facebook Di Maio afferma: "Ieri mi ha risposto la presidenza del Consiglio dicendo che mentivo, ma i fatti dimostrano che non mento", dice citando un'intervista sul 'Mattino' di Napoli, in cui la moglie dell'imprenditore ucciso Domenico Noviello conferma come il suo risarcimento sia sospeso dal 2015.
"Domani che è 21 marzo si ricordano le vittime di mafia - dice Di Maio - chiedo l'intervento di Mattarella" su un "fatto gravissimo: il governo blocca i fondi ma sostiene il contrario, le famiglie smentiscono e confermano che i fondi sono bloccati. Se domani il presidente della Repubblica, nelle esternazioni che farà, potesse fare un accenno a questo tema, sono sicuro che contribuirebbe a sbloccare la situazione".
Sto chiedendo l'intervento del Presidente della Repubblica Mattarella.
Pubblicato da Luigi Di Maio su Domenica 20 marzo 2016
"So che martedì interverrò Alfano in commissione Antimafia - prosegue Di Maio - e a quel punto spero che, dopo l'intervento di Mattarella, il ministro dell'Interno venga a dire che il fondo è stato sbloccato". L'esponente M5S si sofferma dettagliatamente sull'intera vicenda, spiegando che il fondo in questione "risarcisce le vittime dei racket, dei clan dell'usura e della mafia", prevedendo anche il sostenimento delle "spese legali di chi trova il coraggio di denunciare queste pratiche e schifezze".
Venerdì scorso in Aula "ho chiesto perché il governo lo ha bloccato. Ieri 19 marzo si ricordava don Peppino Diana, e io ho dichiarato che quella era una festa di ipocriti, perché chi faceva la passerella, mentre a Roma bloccavano i fondi, era ipocrita. Si è sollevato un vespaio, mi ha risposto Boschi, mi hanno dato del bugiardo sciacallo. Non voglio entrare nella polemica, per me è importante risolvere la questione". "Oggi ho visto giornali, si parla della diatriba tra me e il Pd senza spiegare chi abbia ragione". Ma la storia raccontata sul Mattino "evidentemente mi dà ragione. Prima di fare la mia interrogazione io ho verificato che il fondo fosse stato bloccato. Ma per me quel che conta e risolverla".
Ettore Rosato, capogruppo Pd alla Camera, chiede che l'esponente M5S lasci il ruolo da vicepresidente di Montecitorio: "Luigi Di Maio non è nuovo al mancato rispetto del suo ruolo istituzionale ma quanto accaduto ieri è di una gravità assoluta: ha detto menzogne nel suo ruolo istituzionale strumentalizzando una vittima della camorra per interessi di parte".
"Di Maio - prosegue l'esponente dem su Fb - è stato in silenzio quando doveva parlare di camorra, in occasione delle intercettazioni di Quarto. Poi, ha aspettato il ricordo di Don Diana per dire falsità strumentali. Il suo atteggiamento non è compatibile con il ruolo istituzionale che ricopre. Dovrebbe rendersene conto da solo. Auspico che presenti le immediate dimissioni da ruolo di vicepresidente della Camera", conclude.
Per la vicesegretaria dem Debora Serracchiani "le bugie di Di Maio sono irresponsabili e pericolose: proprio su una delle piaghe storiche del nostro Paese il vicepresidente della Camera insinua il verme del sospetto contro lo Stato". "Per tornaconto elettorale - prosegue l'esponente del Pd - Di Maio intorbida le acque, diffonde falsità e senza scrupoli indebolisce la credibilità delle Istituzioni, che sono l'unico baluardo per chi si oppone veramente alla mafia".