Il Carroccio presenta milioni di emendamenti
Il Pd ha trovato un'intesa su tre emendamenti presentati dalla maggioranza al ddl Boschi, in discussione nell'aula del Senato. Le proposte di modifica, che portano la firma di Anna Finocchiaro, riguardano il comma 5 dell'articolo 2 sull'elettività dei senatori, le funzioni del Senato e l'elezione dei giudici della Corte costituzionale. I tre emendamenti sono stati poi firmati da tutti i capigruppo della maggioranza. Esulta Pier Luigi Bersani secondo il quale l'intesa raggiunta sulla riforma costituzionale "è un bel successo del Pd". Soddisfatto anche Vannino Chiti che parla di "mediazione degna": gli emendamenti "esprimono una ritrovata unità nel partito e consentono un impegno unitario sui temi delle riforme e dell'azione di governo''.
EMENDAMENTI MAGGIORANZA - Il testo dell'emendamento della maggioranza al quinto comma dell'articolo 2 recita: i futuri senatori, con la nuova riforma costituzionale in discussione a Palazzo Madama, saranno individuati "in conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri in occasione del rinnovo dei medesimi organi, secondo le modalità stabilite dalla legge". Con questa proposta di modifica si punta dunque a superare lo scoglio sull'elettività del Senato, ricompattando il Pd.
Con gli emendamenti della maggioranza, che hanno permesso il raggiungimento dell'intesa con la minoranza Pd, vengono riconosciute al Senato più funzioni e poteri di controllo. In particolare, con la proposta di modifica all'articolo 1, viene puntualizzato come a Palazzo Madama spetti l'esercizio di "funzioni di raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica". Il Senato, si aggiunge poi, "valuta le politiche pubbliche e l'attività delle pubbliche amministrazioni e verifica l'impatto delle politiche dell'Unione europea sui territori. Concorre ad esprimere pareri sulle nomine di competenza del governo nei casi previsti dalla legge e a verificare l'attuazione delle leggi dello Stato".
L'emendamento della maggioranza all'articolo 37 del ddl Boschi, prevede che la Corte Costituzionale sia composta da 15 giudici, dei quali un terzo nominati dal Presidente della Repubblica, un terzo dalle supreme magistrature, "tre dalla Camera dei deputati e due dal Senato della Repubblica". Una modifica, anche questa, che va incontro alle richieste della minoranza.
Restano, tuttavia, sul tavolo 17 emendamenti della minoranza Pd alla riforma costituzionale. Dalla Lega invece arrivano una valanga di proposte di modifica al ddl Boschi: 82.730.460.
Arrivando al vertice Ue sulla crisi dei rifugiati, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha assicurato che per la riforma costituzionale "i numeri al Senato ci sono stati, ci sono e ci saranno. Lo dico dal primo giorno e non ho cambiato idea. La riforma costituzionale andrà avanti esattamente come hanno fatto la riforma della legge elettorale, gli 80 euro, il Jobs Act e la scuola". E alla Lega dice: "Se vuoi cambiare una legge fai 2, 10 o 50 emendamenti. Se fai 82 milioni di emendamenti, entri di diritto nel campo del ridicolo. Non può esservi un commento a una cosa del genere - ha continuato - loro non vogliono bloccare una legge, vogliono bloccare il Paese".
"Milioni di emendamenti sono un'offesa alla dignità delle istituzioni, che ho difeso da ogni attacco, da qualunque parte provenisse", ha dichiarato il presidente del Senato Pietro Grasso. Che ha ricordato di aver richiamato, ieri, "le parti politiche a non piegare la revisione della nostra Costituzione a logiche di bassa politica" perché "le regole della democrazia vanno riviste con serietà e la massima attenzione". La seconda carica dello Stato ha quindi annunciato: "Non permetterò che il Senato sia bloccato da iniziative irresponsabili di questa portata e assumerò tutte le misure necessarie per consentire almeno in aula il dibattito nel merito".
Il Senato torna a riunirsi domani per esaminare il ddl Boschi sulle riforme istituzionali. Oggi si è conclusa la discussione generale e domani l'assemblea si riunisce alle 9.30 per la replica proprio del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi. Una conferenza dei capigruppo quindi dovrà essere convocata per definire tempi e modalità dei lavori successivi.