'Possibile' molla gli ormeggi. Civati: 'Vascello pirata' da domenica in mare aperto
"Servivano 4 correzioni profonde per migliorare il ddl sulla scuola e invece questo non è avvenuto. Si è messa la fiducia, si è chiusa ogni possibilità di dialogo e si è voluta fare l'ennesima forzatura. La scuola è solo l'ultimo passaggio di una vicenda che ha compreso la delega lavoro e il cosidetto Jobs act, non abbiamo condiviso le riforme costituzionali e legge elettorale e infine, l'ultimo passaggio di una progressiva regressione, quello della scuola". Lo ha detto Stefano Fassina, in una conferenza stampa alla Camera nella quale ha confermato l'uscita dal Pd insieme a Monica Gregori. Dopo aver spiegato che nelle prossime ore insieme alla Gregori presenterà la lettera di dimissioni dal gruppo alla Camera, Fassina ha detto di non riconoscersi più nel Pd che è diventato un partito "sempre più attento all'establishment, a Marchionne, alla finanza internazionale, ai rappresentanti di un management che sempre più invade le strutture dello Stato".
"Il 4 luglio a Roma, al teatro Palladium, insieme a Monica Gregori, a Pippo Civati, a Sergio Cofferati, Luca Pastorino e agli uomini e alle donne che sono usciti dal Pd perché non ne condividono più le scelte e si sentono abbandonati dal Pd, ci ritroveremo tutti per avviare un percorso politico sui territori, un percorso che possa raccogliere le tante energie che si sono rifugiate nell'astensionismo", ha aggiunto l'ex viceministro dell'Economia. "Le dichiarazioni di Renzi sulla Grecia - ha proseguito Fassina - confermano la subalternità dell'Italia a un ordine imposto dalla Germania e dagli organismi dell'eurozona che è sempre più pericolosa per la tenuta economica, sociale e monetaria dell'Unione. Lasciamo il Pd ma vogliamo continuare e rafforzare l'impegno per dare una rappresentanza politica al mondo del lavoro, della scuola, della piccola impresa che non hanno una rappresentanza politica adeguata".
"Sono felice perché ora potremo lavorare insieme ma, allo stesso tempo, dispiaciuto per Stefano e Monica, perché queste scelte sono sempre molto dolorose". Così Pippo Civati che insieme a Luca Pastorino è andato a salutare Stefano Fassina e Monica Gregori, al termine della conferenza stampa. "Abbiamo storie diverse - ha detto Civati - ma nel corso di questi mesi - dal Jobs act, le riforme istituzionali, fino alla legge elettorale - ci siamo ritrovati su posizioni comuni, posizioni che non erano più compatibili con la nostra permanenza nel Pd". "Ora - ha aggiunto Civati - lo chiedo anche ad altri: come si fa a essere contrari alla riforma della scuola e votarla, rinnovando la fiducia al governo su temi importanti ma che non si condividono e molto diversi dal programma elettorale con cui il Pd si era presentato agli elettori". "Non so se altri seguiranno le scelte che ho fatto io prima e poi Stefano, Monica a altri ancora. Dico solo - ha continuato Civati, rivolgendosi a quel gruppo di senatori Pd che, in questi mesi, si è distinto ma non distaccato dalle politiche intraprese dalla maggioranza del partito - che è arrivato per tutti il momento della sincerità e della coerenza: se non si condivide la riforma della scuola non si dia la fiducia al governo".
"In caso contrario - ha detto ancora - si sappia che si continua a tenere in vita un soggetto con tante braccia ma con una sola testa, che è quella di Renzi". Un partito, ha concluso Civati, nel quale "ognuno fa la propria parte in commedia. Lo abbiamo visto pochi giorni fa: il governo dice 'andiamo avanti che le trivelle per la ricerca del petrolio in mare' e il neo presidente della regione Puglia Emiliano dice 'io sono contro'. Fino a quando reggerà questo sistema che tiene tutto dentro anche se la si pensa in un altro modo?".
Commenti dal Pd - "Dispiace, Fassina ha sempre fatto le sue battaglie detro al Pd avrebbe potuto continuare a farle all'interno del partito". Così il presidente del Pd, Matteo Orfini, commenta all'Adnkronos, l'addio di Stefano Fassina ai democratici. "Quando uno se ne va è sempre una brutta cosa ma prendiamo atto della sua scelta", conclude Orfini. Stessi toni da Lorenzo Guerini, vicesegretario dem: "Sono dispiaciuto personalmente per la scelta di Fassina, che ritengo sbagliata, e lo dico con rispetto: il nostro è un grande partito in cui tutte le voci si possono far sentire e in cui tutti possono contribuire a definire la linea politica di un grande partito riformista". "Altre avventure mi sembrano velleitarie, guardiano con rispetto ma non condividiamo", ha aggiunto spiegando ancora: "Mi auguro che Fassina non sia seguito da altri. Questo è un grande partito che rappresenta tante sensibilità e che ha accettato la sfida del cambiamento del Paese, rifiutare questa responsabilità significa abdicare alla sfida del cambiamento che la sinistra deve avere". "Houston abbiamo un problema. Perdiamo voti e perdiamo pezzi. Pezzi pregiati. Oggi a lasciare il Pd sono stati Stefano e Monica. Due amici e compagni di strada per anni. Voltare la testa dall’altra parte è solo un segno di fragilità. Liquidare l’abbandono di tanti, noti e meno noti, come bizze dei singoli è anche peggio", ha detto Gianni Cuperlo. "Qui non c’è nessuno che se ne va portandosi via il pallone. Qui c’è un partito che non è in grado di tenere unito il suo campo. Chiedo di ascoltarci, discutere, correggere. Magari in uno sforzo di sincerità e non alle due del mattino come abbiamo fatto dopo l’ultimo voto. Perché l’allarme c’è - conclude Cuperlo - ed è suonato forte da tempo, Non ascoltarlo adesso può rivelarsi un errore non scusabile".
Tweet Fratoianni - Stefano Fassina lascia il Pd. Ora con lui, Civati e molti altri, al lavoro per un nuovo soggetto politico di sinistra". Lo scrive su Twitter il coordinatore nazionale di Sinistra Ecologia Libertà, Nicola Fratoianni.