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L.elettorale: scontro nel Pd, verso sostituzione 'dissidenti' in commissione

La decisione questa sera nell'ufficio di presidenza del gruppo Pd a Montecitorio. Dopo la 'blindatura' il confronto si riaprirà in aula. In commissione Affari costituzionali 135 emendamenti, 11 sono della minoranza dem

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20 aprile 2015 | 13.17
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Prosegue nel Pd lo scontro sulla legge elettorale. Gli esponenti della minoranza in commissione Affari costituzionali saranno con ogni probabilità sostituiti per blindare l'Italicum e mettere il testo al sicuro da sorprese. A decidere sulla sorte dei 'dissidenti' dem sarà questa sera l'ufficio di presidenza del gruppo a Montecitorio.

Avvicendamento in vista, dunque, per una decina di deputati Pd: l'ex segretario Pier Luigi Bersani, Gianni Cuperlo, Rosy Bindi, Andrea Giorgis, Enzo Lattuca, Alfredo D'Attorre, Barbara Pollastrini, Marilena Fabbri, Roberta Agostini, Marco Meloni. Non verrà sostituito invece Giuseppe Lauricella che, se pur critico verso l'Italicum, già nella riunione del gruppo con Renzi aveva annunciato che avrebbe seguito la linea della maggioranza del partito in commissione, dove intanto sono arrivati gli emendamenti al testo. Complessivamente sono 135. Undici quelli della miniranza Pd.

In mattinata, il segretario-premier, intervistato da Rtl, aveva ribadito come a suo giudizio l'Italicum sia una buona legge: "non ci saranno più inciuci. E non ci saranno più le grandi accozzaglie, come l'Ulivo di Prodi e il centrodestra di Berlusconi. Ma è chiaro che qualcuno non vuole questa legge elettorale perchè il potere di blocco che tante volte è intervenuto nella politica italiana, viene superato. Ma è arrivato il momento di dire che non si può più consentire ai veti e controveti dei piccoli di bloccare la democrazia in Italia", aveva detto il premier.

Quanto alla possibilità di mettere la fiducia sull'Italicum in aula, Renzi non si era sbilanciato, limitandosi a dire "vedremo, ma dopo tante discussioni, ora siamo a un passo, vediamo il traguardo dell'ultimo chilometro. Faremo lo sprint finale sui pedali e a testa alta. Abbiamo concesso molte modifiche, ma non si può ripartire tutte le volte daccapo, come da vizio italico". Per gli esponenti della minoranza, però, la fiducia sull'Italicum potrebbe mettere a rischio la legislatura.

Le sostituzioni dei componenti della minoranza Pd "sono state già decise dall'assemblea del gruppo" della scorsa settimana, spiega il vice capogruppo vicario del Pd alla Camera Ettore Rosato, secondo il quale "non c'è nessun'altra decisione da prendere. In assemblea del gruppo si è stabilito che chi non avrebbe votato l'Italicum sarebbe stato sostituito e tra ieri e oggi -aggiunge Rosato- ho sentito personalmente i componenti della minoranza che mi hanno confermato questa linea. E' una decisione che riguarda ogni singolo componente". La sostituzione dei 10 componenti avverrà "prima dell'inizio delle votazioni" sugli emendamenti, quindi tra stasera e domattina.

"Sostituire in massa i componenti delle minoranze -attacca Pippo Civati- è l'affermazione dell'imperativo di mandato, peraltro travisato rispetto al programma elettorale, al patto sancito con gli elettori. Una cosa che è fuori da ogni consuetudine e anche fuori dalla Costituzione. Ma tanto stiamo cambiando la forma di governo senza dirlo, rovesciando la democrazia parlamentare. Che cosa volete che sia la sostituzione di tutti i parlamentari che denunciano il problema?".

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