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Stato d'emergenza a Tripoli

Immagine d'archivio  (Xinhua)
Immagine d'archivio (Xinhua)
02 settembre 2018 | 19.16
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Stato di emergenza a Tripoli per gli scontri che si stanno verificando attorno alla capitale. Lo ha proclamato il Consiglio presidenziale libico. Alla base della decisione dell’organismo guidato da Fayez al Sarraj la volontà di proteggere la popolazione, gli impianti, le istituzioni, mentre media locali riportano l’avanzata a sud della settima brigata. Sulla strada dell’aeroporto vi sarebbero forti scontri.

Gli scontri in corso tra le milizie rivali avrebbero provocato nell'ultima settimana almeno 39 morti e decine di feriti. Questa la motivazione ufficiale dello stato di emergenza: "A causa del pericolo della situazione attuale e nell'interesse pubblico, il Consiglio presidenziale dichiara lo stato di emergenza nella capitale Tripoli e nei suoi sobborghi, per proteggere i civili, i possedimenti pubblici e privati ​​e le istituzioni vitali''. Il Consiglio ha chiesto la fine dei combattimenti e il rispetto del cessate il fuoco raggiunto in coordinamento con la missione delle Nazioni Unite in Libia.

L’assalto alla capitale sarebbe ormai prossimo. Alcuni media locali riportano le parole dello stesso capo della settima brigata che così motiverebbe la decisione: ''Stiamo avanzando per conto di quei cittadini che non hanno cibo e soldi". La brigata avrebbe il controllo della zona di al Kurayema e avrebbe messo nel mirino Salah Eddine, a sud della capitale.

In un tweet della nostra rappresentanza nella capitale libica si legge che l’ambasciata italiana in Libia "resta aperta, continuiamo a essere al fianco dell’amata gente di Tripoli in questo momento difficile". "L’ambasciata resta pienamente funzionante e operativa - dicono all’Adnkronos fonti diplomatiche - ma stiamo valutando per motivi di sicurezza se mantenere il personale al completo".

A quanto si apprende da fonti della Difesa, i militari italiani in Libia stanno bene e in sicurezza. Nessun problema riscontrato all’ospedale da campo a Misurata. La ministra Elisabetta Trenta segue costantemente l’evolversi dei fatti ed è in continuo contatto con lo Stato Maggiore della Difesa, che le fornisce aggiornamenti puntuali sulla situazione.

Gli scontri sono scoppiati lunedì tra milizie rivali nel sud di Tripoli. La Libia è attualmente divisa tra due governi rivali: uno a Tripoli e l'altro nella città orientale di Tobruk. Le milizie continuano a lottare per il controllo delle aree vitali del Paese mentre il gruppo estremista dello Stato islamico mette in scena attacchi frequenti. Il Paese nordafricano è precipitato nel caos da quando Muammar Gheddafi è stato rovesciato e ucciso in una rivolta del 2011 che si è trasformata in un conflitto armato.

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