Per affrontare la questione dei migranti si vada avanti con una coalizione di "paesi volenterosi". A dichiararlo, con riferimento alle forti divisioni interne all'Ue, è stata Angela Merkel, intervenuta al Bundestag a poche ore dal vertice europeo di Bruxelles. "L'Europa si trova confrontata a molte sfide. Ma quella dei migranti potrebbe diventare una questione vitale per l'Unione Europea", ha sostenuto la cancelliera, sottolineando la necessità di una gestione comune del fenomeno, invece di cercare soluzioni a livello singolo o bilaterale, "altrimenti nessuno più crederà al nostro sistema di valori".
"Non vogliamo una ripetizione del 2015", ha aggiunto Merkel riferendosi al culmine della crisi, quando la Germania aprì la porta a circa 890mila rifugiati alla luce della situazione di emergenza al confine ungherese. Merkel si è anche impegnata a migliorare la gestione della 'migrazione secondaria', ossia degli arrivi ai confini nazionali di rifugiati già registrati in altri paesi Ue. Quindi ha sottolineato come il numero dei richiedenti asilo in arrivo sia diminuito, anche grazie alla missione Ue per la Libia e all'accordo con la Turchia.
Quindi guardando al presente e al futuro della crisi, la cancelliera ha ammesso che "non ci troviamo ancora al punto in cui avremmo voluto trovarci". Una soluzione definitiva della questione non è facile da raggiungere, ha quindi avvertito Merkel, citando ad esempio la mancanza di unità sulla riforma del sistema di Dublino. Da qui l'appello ad una coalizione di "paesi volenterosi" che producano soluzioni comuni.
NATO - Facendo riferimento alla Nato, invece, "siamo convinti che questa Alleanza continuerà ad essere fondamentale per la nostra sicurezza comune", ha dichiarato Merkel. "Vogliamo aumentare la spesa fino all'1,5 per cento del Pil nei prossimi anni", ha sottolineato poi la cancelliera, citando l'obiettivo di spesa per sicurezza e difesa che il paese si è posto di qui al 2024. "La Germania lo deve ai soldati ma anche alla popolazione, che non deve perdere fiducia nella sicurezza e nella difesa", ha aggiunto, parlando di "un contributo necessario e giusto degli europei alla Nato".