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Malta ferma Lifeline

(Fotogramma /Ipa)
(Fotogramma /Ipa)
26 giugno 2018 | 10.33
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"Abbiamo ricevuto un messaggio da Malta che diceva che non è permesso entrare nelle acque territoriali. Pertanto, non possiamo confermare ciò che è stato diffuso finora dai media". E' quanto si legge in un tweet della Ong Lifeline, la cui nave è ormai da giorni bloccata a largo delle coste maltesi con a bordo oltre 200 migranti.

Dopo un colloquio con il presidente Macron, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte aveva assicurato l'attracco sull'isola: "Ho appena sentito al telefono il presidente Muscat - aveva detto -: la nave della Ong Lifeline attraccherà a Malta. Con il presidente maltese abbiamo concordato che l'imbarcazione sarà sottoposta a indagine per accertarne l'effettiva nazionalità e il rispetto delle regole del diritto internazionale da parte dell'equipaggio". Conte aveva poi sottolineato: "Coerentemente con il principio cardine della nostra proposta sull'immigrazione - secondo cui chi sbarca sulle coste italiane, spagnole, greche o maltesi, sbarca in Europa - l'Italia farà la sua parte e accoglierà una quota dei migranti che sono a bordo della Lifeline, con l'auspicio che anche gli altri Paesi europei facciano lo stesso come in parte già preannunciato".

Secondo una fonte governativa citata dall'agenzia Dpa, all'accordo avrebbe aderito già Italia, Malta, Francia e Portogallo. Germania, Spagna e Paesi Bassi, invece, starebbero ancora valutando l'adesione. L'ambasciatrice di Malta a Roma, Vanessa Frazier, in una serie di messaggi retwittati dal premier Joseph Muscat, afferma che "lo sforzo diplomatico del primo ministro di Malta e delle istituzioni europee sta portando a un accordo ad hoc per la distribuzione dei migranti che si trovano a bordo della MV #Lifeline, tra un certo numero di Stati membri disposti".

"Quattro stati membri hanno già confermato la loro partecipazione - , scrive - mentre altri due stanno valutando il caso. Nel caso in cui la nave entri nei porti maltesi, verranno effettuate indagini ed intraprese possibili azioni nei confronti della Lifeline che ha ignorato le istruzioni impartite dalle autorità italiane, in conformità alle norme internazionali, determinando questa situazione".

Soddisfatto Matteo Salvini che su Facebook ha scritto: "E due! Dopo la Ong Aquarius spedita in Spagna, ora tocca alla Ong Lifeline che andrà a Malta, con questa nave fuorilegge che finalmente verrà sequestrata. Per donne e bambini davvero in fuga dalla guerra le porte sono aperte, per tutti gli altri no! #stopinvasione". La notizia del possibile sbarco a Malta della nave della Ong tedesca che da giovedì vaga in acque internazionali era stata anticipata dal portavoce del governo francese, Benjamin Griveaux. "Il presidente della Repubblica ha parlato con il premier maltese e sembra che si profili una soluzione nel momento in cui vi parlo, la soluzione europea sarebbe uno sbarco a Malta - aveva detto Griveaux a 'Rtl' -. La Francia sarà pronta come ha detto e ha fatto una decina di giorni fa (con l'Aquarius, ndr) a inviare un team sul posto per trattare le domande (di asilo) in maniera individuale".

Fonti del governo maltese avevano poi fatto sapere che il premier Muscat stava sì considerando l'ipotesi di far sbarcare i 234 migranti a bordo a patto che fossero poi redistribuiti tra i Paesi europei. "Vogliamo evitare un'escalation della crisi umanitaria attraverso una condivisione di responsabilità da parte di alcuni stati volenterosi", si leggeva in una nota del governo maltese, in cui si ricordava che il Paese ha guidato gli sforzi diplomatici delle ultime 48 ore per trovare una soluzione al caso, "provocato dalle azioni del capitano che ha ignorato le istruzione date sulla base delle regole internazionali dalle autorità italiane".

AQUARIUS - Malta ha invece negato uno scalo tecnico ad Aquarius. "Dopo l’accesso negato al porto di Malta, la Aquarius ora naviga verso Marsiglia" ha annunciato su Twitter l'ong Sos Mediterranee, che in precedenza aveva riferito che alla Aquarius era stato negato l’accesso nelle acque territoriali maltesi e nel porto di La Valletta "per il semplice cambio equipaggio e il rifornimento". Dalle autorità maltesi, ha denunciato Sos Mediterranee, "nessuna spiegazione" per il no allo scalo tecnico.

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