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Macron: "Rischio guerra civile in Europa"

(Foto Afp) - AFP
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17 aprile 2018 | 12.20
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"Una forma di guerra civile europea riappare". Così il presidente francese Emmanuel Macron, intervenendo nella sessione plenaria dell'Europarlamento a Strasburgo, mettendo in guardia dagli "egoismi nazionali".

"Rifiuto quest'idea, che guadagna terreno in Europa, secondo la quale la democrazia sarebbe condannata all'impotenza. Di fronte all'autoritarismo, che ci circonda dappertutto, la risposta non è la democrazia autoritaria, ma l'autorità della democrazia", ha detto Macron.

"Servono risposte chiare e ferme ai nostri cittadini", ha aggiunto il presidente francese, che dimostrino "che li sappiamo proteggere. In questo momento la democrazia europea, lo credo profondamente, è la nostra chance migliore. Il peggiore degli errori sarebbe abbandonare il nostro modello, cioè la nostra identità".

"La nostra identità è la democrazia rispettosa dell'individuo, delle minoranze, dei diritti fondamentali, quella che si chiama, con un nome che rivendico, la democrazia liberale. Non voglio che si radichi questa illusione mortifera che precipiterebbe il nostro continente nel baratro. L'illusione dei poteri forti, dei nazionalismi, dell'abbandono delle libertà", ha continuato.

Oggi "viviamo un contesto di divisioni e a volte di dubbi all'interno dell'Europa. Un contesto in cui la Brexit continua ad essere discussa, e voglio qui salutare il lavoro condotto da mesi da Michel Barnier, ma che è anche quello di un dubbio che c'è in diversi Paesi d'Europa e che ha fatto emergere delle sensibilità che a volte rimettono in discussione quelli che apparivano come dei fondamentali".

"Una forma di guerra civile europea riappare - ha continuato Macron - a volte i nostri egoismi nazionali ci appaiono più importanti di quello che ci unisce, di fronte al resto del mondo. Un contesto in cui la fascinazione illiberale aumenta ogni giorno che passa. Un contesto in cui le minacce geopolitiche di cui l'Europa" si deve occupare "divengono più grandi ogni giorno. Quelle dei grandi conflitti internazionali, ma anche con l'emergere di grandi potenze autoritarie e di una strategia chiaramente elaborata, che mira a rimettere in discussione il quadro multilaterale in cui l'Europa aveva preso il suo posto e che è il quadro in cui ha costruito la sua influenza, ma anche la pace".

"E' un momento di grande trasformazione, legate al digitale e ai cambiamenti climatici, che rimettono in discussione le fondamenta della società industriale che aveva fondato il nostro grande compromesso. Questo ci impone di ripensare la grammatica della nostra azione. Non possiamo pensare che si tratti di una discussione ordinaria" e ci sono diverse cose da fare "in questo tempo che ci separa dalle elezioni europee", ha concluso Macron.

Migranti - La Francia "si felicita della cooperazione" nelle politiche sulle migrazioni "con diversi Stati membri, penso in particolare alla Germania e all'Italia, che voglio salutare. Penso che in particolare con l'Italia noi abbiamo saputo dimostrare in questo ultimo anno la nostra capacità di lavorare insieme", ha detto ancora Macron replicando agli interventi degli europarlamentari nella plenaria a Strasburgo. Serve "anzitutto - ha aggiunto - una politica di solidarietà interna ed esterna in Europa. Ed è la chiave se vogliamo avere un risposta integrata al rischio migratorio. Ma credo profondamente che serva una solidarietà europea alle nostre frontiere per proteggerci, come una solidarietà all'interno delle nostre frontiere, per poter condividere gli oneri". "Propongo di creare un programma europeo che sostenga direttamente, finanziariamente, le collettività locali che accolgono e integrano dei rifugiati", ha proseguito Macron. "Bisogna agire" sapendo "che davanti a questo grande ribollimento del mondo, questa grande trasformazione, serve una sovranità più grande della nostra. Complementare, non sostitutiva. Solo questa permetterà di dare le risposte giuste. E' questa sovranità europea quella in cui credo".

Juncker: "Siamo 27, non solo francesi e tedeschi" - "Conosco l'importanza che attribuite all'amicizia franco-tedesca. Sono geograficamente e storicamente molto a favore dei numerosi avvicinamenti tra questi due Paesi e queste due Nazioni. Ma non dimentichiamo che l'Europa non è solo franco-tedesca. Siamo 28, domani 27: serve anche, perché il motore possa funzionare, l'apporto degli altri. Siamo 27, non solo francesi o tedeschi", ha commentato il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker, rivolgendosi a Macron, durante la seduta plenaria dell'Europarlamento.

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