Come annunciato più volte dal presidente americano Donald Trump, sono stati desecretati, dopo oltre mezzo secolo, i file sull'assassinio dell'ex presidente Usa John Fitzgerald Kennedy, ucciso il 22 novembre 1963 a Dallas, in Texas. Ma su 3.100 dossier, Trump ha deciso di renderne pubblici 2.891, rinviando di sei mesi la divulgazione dei rimanenti documenti per motivi di "sicurezza nazionale", in quanto ritenuti troppo "sensibili".
Una decisione che rischia di alimentare ancora l'enorme numero di teorie complottiste, anche se gli esperti non si aspettano rivelazioni sconvolgenti.
"Gli americani attendono, e meritano, che il loro governo offra l'accesso maggiore possibile" a questi dossier affinché "possano essere informati su tutti gli aspetti di questo importante e decisivo accadimento", ha detto il presidente Trump, in un comunicato nel quale spiega perché un certo numero di file non sono ancora stati desecretati.
Ma "il presidente ha autorizzato a tenere ancora segrete alcune informazioni che potrebbero riguardare la sicurezza nazionale, l'ordine o affari esteri", hanno precisato gli Archivi nazionali americani.
Le maggiori richieste di tenere ancora top secret questa documentazione sono arrivate dalla Cia e dall'Fbi, secondo i responsabili dell'amministrazione Trump. Il presidente ha dato sei mesi ai servizi di intelligence, fino al 26 aprile 2018 per analizzare i documenti considerati sensibili e censurare, se necessario, le parti più delicate. "Dopo questa data ordinerò la pubblicazione di qualsiasi informazione che i servizi non hanno ritenuto necessario tenere segreti", ha aggiunto Trump.