La riforma Costituzionale oggetto del referendum in Turchia aumenta notevolmente i poteri del Presidente della Repubblica e restringe quelli del Parlamento. Con la vittoria del sì, il presidente in carica, Recep Tayyip Erdogan, esce notevolmente rafforzato e potrà, in teoria, continuare a rimanere al potere fino al 2029. L'esecutivo sarà totalmente concentrato nelle mani del presidente e sparirà la figura del premier.
Ecco i punti cruciali della riforma:
- abolizione dell'incarico di primo ministro, sostituito dai vice presidenti;
- il presidente diventa un 'presidente esecutivo' e il capo di Stato può mantenere il legame con il partito di provenienza;
- tra i nuovi poteri del presidente figurano la nomina dei ministri (la 'super-presidenza'), la presentazione di una proposta di bilancio, la scelta di quattro dei 13 componenti del Consiglio supremo dei giudici e dei procuratori, tra i quali ci sono il ministro della Giustizia e il sottosegretario (entrambi scelti dallo stesso presidente);
- il presidente può emettere decreti con forza di legge, decretare lo stato d'emergenza (in vigore in Turchia dallo scorso luglio) e sciogliere il Parlamento;
- il numero dei parlamentari passa da 550 a 600 e l'Assemblea può avviare con la maggioranza dei voti dei deputati procedure per l'impeachment del presidente;
- le elezioni presidenziali e parlamentari si tengono contemporaneamente ogni cinque anni e il presidente non può restare in carica per più di due mandati.