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L'allarme

Onu: "In Africa e Yemen si muore di fame e sete, peggior crisi umanitaria dal 1945"

(Fotogramma)
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11 marzo 2017 | 12.43
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Oltre 20 milioni di persone rischiano di morire di fame in Yemen e tre paesi africani in quella che è la più grave crisi umanitaria del mondo dopo la fine della seconda guerra mondiale nel 1945. A lanciare l'allarme, davanti al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, è stato Stephen O'Brien, sotto segretario delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari.

Senza un aiuto umanitario urgente la gente "morirà semplicemente di fame", ha avvertito O Brien: entro luglio servono 4,4 miliardi di dollari per soccorrere le popolazioni in Yemen, Sud-Sudan, Somalia e il nord est della Nigeria. Si tratta di crisi alimentari provocate in gran parte da conflitti, il che rende anche difficile la distribuzione degli aiuti alla popolazione.

La situazione più grave, ha spiegato O'Brien, si registra nello Yemen travolto da una guerra civile che coinvolge Arabia Saudita e Iran. Circa due terzi della popolazione, pari a 18,8 milioni di persone, ha bisogno di aiuti e di questi più di sette soffrono la fame. "Si tratta di tre milioni in più di gennaio", nota O'Brien, spiegando che sia il governo yemenita sostenuto da Riad che i ribelli Houti appoggiati da Teheran hanno promesso di lasciar passare gli aiuti alimentari. Tuttavia, ha rimarcato, finora "le parti in conflitto hanno arbitrariamente negato un sostanziale accesso agli aiuti umanitari, che vengono politicizzati". Nel 2017 serviranno 2,1 miliardi di dollari per fornire "protezione e assistenza salva vita" a a 12 milioni di yemeniti, ma finora solo il 6% di chi ha bisogno ha ricevuto aiuti internazionali.

In Sud Sudan, accusa O'Brien, la carestia è dovuta alla guerra civile in corso da tre anni. In questo paese oltre 7,5 milioni di persone hanno bisogno di aiuto, ben 1,4 milioni in più dell'anno scorso. A causa del conflitto ci sono 3,4 milioni di sfollati, comprese 200mila persone che hanno lasciato il paese a partire da gennaio. Oltre un milione di bambini soffre di malnutrizione acuta, 270mila dei quali rischiano la morte per fame. E ad aggravare la situazione vi è un'epidemia di colera che ha iniziato a diffondersi nel giugno 2016.

In Somalia, le persone bisognose di protezione e assistenza umanitaria sono 6.2 milioni, ovvero più della metà della popolazione. Fra loro vi sono 2,9 milioni di persone a rischio fame. Un milione di bambini sotto i cinque anni potrebbe ridursi quest'anno in uno stato di malnutrizione acuta. "Ho visto donne e bambini in cammino da settimane in cerca di acqua e di cibo, hanno perso il bestiame e le sorgenti d'acqua si sono prosciugate. Sono donne, uomini, ragazze, ragazzi che hanno perso tutto e si stanno dirigendo verso i centri urbani", racconta O'Brien, che ne è stato testimone.

La crisi in Somalia ricorda la carestia del 2011, ma rispetto ad allora si è rafforzata l'azione delle agenzie umanitarie sul posto. Vi è inoltre un buon rapporto con il nuovo governo di Mogadiscio che sta cercando di riportare stabilità nel paese dopo anni di conflitti e terrorismo, e che ha recentemente dichiarato lo stato di disastro nazionale a causa della siccità. Per questo, sottolinea O'Brien, in Somalia siamo nella condizioni "di evitare la carestia" se arriveranno i fondi necessari.

Infine, nel nord est della Nigeria la crisi umanitaria è dovuta a sette anni di attacchi armati e attentati del gruppo islamista Boko Haram che hanno provocato oltre 20mila morti e 2,6 milioni di sfollati. Un coordinatore umanitario dell'Onu, ricorda oggi il Guardian, ha riferito che in alcune zone del nord est vi sono adulti così malnutriti da non essere in grado di camminare e villaggi che hanno perso per fame tutti i bambini più piccoli.

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